Terje Nordgarden Dieci
2013 - Audioglobe
Quello di Nordgarden non è fatto nuovo, ci aveva già pensato Mike Patton (Faith No More) qualche anno fa con il disco Mondo cane, rileggendo in quel caso vecchie canzoni appartenute al repertorio classico italiano.
Prodotto da Cesare Basile, Dieci vuole essere un atto d’amore verso il nostro paese, un disco nel quale il songwriter norvegese reinterpreta le dieci canzoni con la sua particolare cadenza norvegese, impreziosendone i contenuti.
Il risultato è entusiasmante già alle prime battute; infatti Terje apre le danze re-interpretando Non è la California di Iacampo in modo straordinario, strappando anche un sorriso con il suo modo di cantare, con chiaro accento norvegese, quando intona quel “compare il meglio deve ancora arrivare”.
Musicalmente Nordgarden attinge, prendendo spunto, da grandi songwriter del calibro di Tim Buckley o Nick Drake, sfoderando ballate folk decisamente intriganti come La mia rivoluzione di Marco Parente, L’abbandono dei Marta Sui tubi e Cerchi nell’acqua di Paolo Benvegnù.
D’altra parte, Terje Nordgarden ri-arrangia le canzoni con un’eleganza che gli è congenita, generando, ad esempio, un bellissimo piano-voce sul brano Invisibile di Cristina Donà, e, in alcuni casi, apportando anche qualcosa in più all'originale come nel caso de L’invasore di Andrea Franchi.
Ad essere omaggiati dall'artista norvegese ci sono anche lo stesso produttore artistico, Cesare Basile, con La canzone dei cani, Paolo Mei & Il Circo D’Ombre con Miele, e, sorpresa che non ti aspetti, le canzoni Dove mi perdo di Grazia Di Michele e La realtà non esiste di Claudio Rocchi.
Dieci è una gradita escursione nella canzone d’autore italiana, dettata dai tempi di uno dei migliori song-writer internazionali che ci sono in circolazione. Lo splendido ed emozionante “grazie” di Terje all’Italia.