sick tamburo A.I.U.T.O.
2011 - La Tempesta Dischi/ Venus Distr.
Nella nuova veste Sick Tamburo, il duo di Pordenone cerca quella riconferma artistica conquistata al debutto, pubblicando un nuovo lavoro sulla lunga distanza dall’interessante titolo A. I. U. T. O.. Anche se ritmicamente più melodico rispetto al precedente, il nuovo lavoro dei Sick Tamburo continua a ostentare quella formula musicale già padroneggiata nel disco precedente, divenendone il marchi di fabbrica della band. Un atteggiamento compositivo e interpretativo, tipico di Accusani e Imelio, che tanto ha conquistato i cuori di molti ascoltatori, ma anche un modo d’esprimersi che ha fatto dei Sick Tamburo quella classica band che ami alla follia o odi con tutto il cuore, senza vie di mezzo.
La richiesta d’A. I. U. T. O. del duo pordenonese e ben articolata in dodici tracce nelle quali vengono convogliati, nella formula preferita alla band, testi sapientemente non narrativi basati su di una ripetitività a volte ossessiva, riff aggressivi e filastrocche recitate che trovano la loro peculiare espressione nel cantato urgente, poco educato, toccante della Imelio. I testi di Accusani sono spesso basati su storie reali di disagio. I temi (piuttosto pessimisti) ricorrenti sono la droga, la solitudine, l'inconsapevolezza e il malessere.
A. I. U. T. O. acquisisce, quindi, molteplici interpretazioni: racconta dell’ossessiva ripetitività del essere umano nel commettere sempre lo stesso sbaglio; del piacere dell’infelicità e nel suo ricorrere a tecniche per riprovarla al più presto; il conflitto tra il procurarsi dolore e il suo successivo chiedere aiuto; la voglia di uscire da certi meccanismi da noi stessi creati per procurarci dolore.
I Sick Tamburo proseguono il loro straniante percorso fatto di elettronica povera, ossessività ritmica, ferocia canora (a tratti) e atmosfere alienanti. A. I. U. T. O. è un disco discreto con una scaletta che accusa qualche inevitabile calo di tensione dovuta ad un’eccessiva ripetitività testualità a volte snervante, lo dimostrano canzoni come Finché tu sei qua, Magra e Televisione pericolosa. D’altra parte, le buone intenzioni ci sono e si sentono soprattutto nelle parabole melodiche di In fondo al mare, Con le tue mani sporche e E so che sai che un giorno. Quest’ultima cantata da Accusani, altra novità rispetto al precedente che si ripete anche in Magra e La mia mano sola.
A. I. U. T. O. è il classico difficile secondo disco che porterà ad opinioni contrastanti.