Ry Cooder The Prodigal Son
2018 - Fantasy Records
Poi il silenzio, almeno discografico. Tour invece sì, e da quello fatto con Ricky Skaggs è nata l'idea di un disco nuovo. Joachim Cooder, figlio di Ry, ma anche batterista e produttore (I, Flathead e Mambo Sinuendo di Ry, o We'll Never Turn Back di Mavis Staples, l'esordio adulto di Sam Outlaw e la compagna Juliette Commagere) ha convinto il padre a tornare ad incidere. E questo album segna il ritorno di Cooder a quelle atmosfere che oltre quarant'anni fa ne decretarono l'ascesa all'Olimpo dei chitarristi, con album sfavillanti ed irripetibili, con canzoni altrui che prendevano forma trasformandosi in pezzi "alla Ry Cooder", talmente caratterizzati e personali da far dimenticare le composizioni originali. Due esempi su tutti: l'iniziale Straight Street cantata dai Pilgrim Travellers è un pezzo uscito nel 1955. E' un pezzo classico di Gospel. Quando la sentite (la trovate facilmente in rete), la prima cosa che vi viene da dire è "questo è un Gospel". La versione che Ry propone è quella di un pezzo in cui il linguaggio e la struttura musicale della canzone viene ridisegnata ex novo. Il rimando al Gospel resta nell'entrata spettacolare del coro di Boddy King, Arnold McCuller e del compianto Terry Evans.
L'altro esempio è Nobody's Fault But Mine. Chi scrive la conobbe da ragazzo per la versione dei Led Zeppelin, per scoprire solo dopo che in realtà era un pezzo ben più vecchio, portato alla notorietà negli anni venti del secolo scorso da Blind Willie Johnson. Una versione "scura", profondamente interiorizzata da risultare quasi un grido di dolore e pentimento. Particolare l'utilizzo di un campionamento di una tromba che conferisce al pezzo questo l'andamento. In mezzo alle undici canzoni di questo bellissimo album, anche tre originali scritti da Cooder. Bellissima Jesus and Woody (Lei era un sognatore Sig.Guthrie, e lo sono pure io), toccante racconto di un immaginifico incontro tra Gesù e Guthrie, sia per la struttura musicale tanto scarna e rarefatta ma in realtà profonda ed avvolgente come poche. Gentrification è il rimando al Cooder più recente, quello pronto a denunciare le storture di un mondo ormai preda di gente avvezza solo al profitto. Shrinkin Man è il terzo pezzo del lotto. Andamento classico, alla Cooder, con un mandolino elettrico a segnare il pezzo. Un disco da scoprire con calma, ma dall'impatto immediato.
Prodotto da Ry e Joachim Cooder, The Prodigal Son si candida ad essere uno dei dischi fondamentali di questo 2018 che dimostra che quei vecchi leoni (vedasi Bettye LaVette, Joan Baez, Van Morrison solo per citarne alcuni), hanno ancora argomenti e classe da vendere.