Motta Semplice
2021 - Sugar
Il disco trasuda l’importanza dei piccoli istanti e delle relazioni, pur in tutta la sua complessità (“Semplice/Come quando io ti guardo e non ti accorgi /Come quando non sappiamo più aiutarci” canta nella title – track), proprio quello che da oltre un anno sembra mancare come l’aria. Quello che quando si afferra sembra quasi di rubarlo, di non meritartelo. Quello che quasi non sai più gestire, vittime di una polarizzazione che lascia poco spazio alle sfumature e alla comprensione.
Nonostante i bei testi scritti spesso a quattro mani con Pacifico, in questo lavoro la cosa che colpisce maggiormente sono i suoni e gli arrangiamenti, in cui spicca il contributo degli archi di Carmine Iuvone. Forse per la varietà di musicisti coinvolti. Oltre al già citato Iuvone e ai fidatissimi Giorgio Maria Condemi (chitarra), Matteo Scannicchio (tastiere) e Cesare Petulicchio (batteria) ci sono i contributi del percussionista brasiliano Mauro Refosco e del bassista Bobby Wooten (entrambi in passato hanno lavorato, tra gli altri, con David Byrne).
Se il primo singolo E poi finisco per amarti sembra fare da trait d'union con Ed è quasi come essere felice (del secondo disco Vivere o Morire), un brano come L'estate d'autunno è un continuo crescendo emotivo e sonoro, con un’esplosione violentissima in versi come: “Sono l’estate d’autunno/Sono padre di mio padre”. Per non parlare dell’approccio punk di Quello che non so di te.
Quasi un pugno allo stomaco dopo un brano dolcissimo come Qualcosa di normale, in cui Motta duetta con la sorella Alice. Il cantautore ha rivelato di aver fatto sentire il pezzo a Francesco De Gregori, il quale gli suggerì di cantarlo con una donna, e non poté fare a meno di pensare alla voce di sua sorella. Fra l’altro ascoltandola viene da pensare che Il Principe abbia in qualche modo ispirato la canzone, con la sua Il signor Hood, nei suoi delicati saliscendi e nel rendere straordinarie le piccole cose.
Semplice si conclude con Quando guardiamo una rosa, scritto con Dario Brunori, in cui rimane il dubbio se Motta stia parlando all’altro o a sé stesso, e in cui si mette a nudo in modo disarmante.
Non resta che vedere Semplice sul palco, con Francesco in questa veste di autore e interprete assieme che corre e abbraccia i suoi musicisti.
Un’altra cosa che ci è mancata tantissimo.