live report
Motta Roma, Hacienda
Concerto del 10/11/2024
Suona! appunto, della sua neonata etichetta Sona Music Records.
Il set rispecchia appieno la voglia di suonare senza alcun tipo di vincolo o schema, incluso la classica suddivisione tra palco e platea. Motta, Giorgio Maria Condemi, Roberta Sammarelli e Cesare Petulicchio suonano su un tappeto direttamente in mezzo al pubblico. Ogni barriera è saltata, Motta canta letteralmente assieme ai presenti camminando tra di loro.
Dal periodo con i Criminal Jokers arriva Bestie, e potremmo quasi dire che i semi di tanta energia erano stati piantati già là, in quella fase. Roma stasera e Quello che siamo diventati sono a modo loro complementari. Entrambe dilatate, nella loro espansione acquisiscono un che di lisergico e tribale. Ma se Roma stasera porta negli abissi dello "schifo, la puzza di gente", Quello che siamo diventati prende per mano e porta in alto, a danzare come angeli abbracciati.
Viene giustamente ripresa Chissà dove sarai, "è un po' che non la suoniamo", dice Francesco. Un'assenza che si sente, effettivamente, ma il repertorio del nostro è ormai accolto come una serie di classici, e la selezione può essere ingiusta.
Un'energia nuova ed elettrizzante pervade brani come Del tempo che passa la felicit� e Abbiamo vinto un'altra guerra, La fine dei vent'anni è quasi un inno a una seconda giovinezza, mentre La nostra ultima canzone è un sabba collettivo.
Ed è quasi come essere felice è il pezzo, tra quelli rivisitati in Suona!, che era naturalmente votato a questa immersione di dionisiaco. Quello che maggiormente risentiva dell'inevitabile imbrigliamento in sala di registrazione e che ora è invece libero.
I bis sono affidati a Se continuiamo a correre e Prenditi quello che vuoi, dal primo disco. E chissà se questo non sia anche un segno della nuova direzione artistica di Motta?
Foto Sara Pizzoli
Suona! è la sintesi del concerto con cui Motta ha presentato a Roma il suo primo disco, Il set rispecchia appieno la voglia di suonare senza alcun tipo di vincolo o schema, incluso la classica suddivisione tra palco e platea. Motta, Giorgio Maria Condemi, Roberta Sammarelli e Cesare Petulicchio suonano su un tappeto direttamente in mezzo al pubblico. Ogni barriera è saltata, Motta canta letteralmente assieme ai presenti camminando tra di loro.
Dal periodo con i Criminal Jokers arriva Bestie, e potremmo quasi dire che i semi di tanta energia erano stati piantati già là, in quella fase. Roma stasera e Quello che siamo diventati sono a modo loro complementari. Entrambe dilatate, nella loro espansione acquisiscono un che di lisergico e tribale. Ma se Roma stasera porta negli abissi dello "schifo, la puzza di gente", Quello che siamo diventati prende per mano e porta in alto, a danzare come angeli abbracciati.
Viene giustamente ripresa Chissà dove sarai, "è un po' che non la suoniamo", dice Francesco. Un'assenza che si sente, effettivamente, ma il repertorio del nostro è ormai accolto come una serie di classici, e la selezione può essere ingiusta.
Un'energia nuova ed elettrizzante pervade brani come Del tempo che passa la felicit� e Abbiamo vinto un'altra guerra, La fine dei vent'anni è quasi un inno a una seconda giovinezza, mentre La nostra ultima canzone è un sabba collettivo.
Ed è quasi come essere felice è il pezzo, tra quelli rivisitati in Suona!, che era naturalmente votato a questa immersione di dionisiaco. Quello che maggiormente risentiva dell'inevitabile imbrigliamento in sala di registrazione e che ora è invece libero.
I bis sono affidati a Se continuiamo a correre e Prenditi quello che vuoi, dal primo disco. E chissà se questo non sia anche un segno della nuova direzione artistica di Motta?
Foto Sara Pizzoli