Jono Manson The slight variations
2016 - Appaloosa Records / IRD
Cantautore, compositore, musicista e produttore discografico, Jono è un vero artista a 360 gradi, attivo da oltre trenta anni, ha realizzato una ventina di album che spaziano dal rock iniziale, alle radici della musica americana nel solco della tradizione dei grandi singer-songwriter del Sud degli Stati Uniti, al blues, al folk-rock, al country, con molte collaborazioni internazionali e una grande attenzione verso artisti e band del nostro paese dove è stato il grande valore aggiunto per la riuscita di interessanti lavori nostrani che si ispiravano alla musica proveniente al di là dell’oceano.
Una lunga ed intensa attività giunta, come confessa Jono Manson, “ a un punto della mia vita e della mia carriera in cui ho tirato le fila delle mie esperienze, e spero possa rinascere una bella storia” .
E sono proprio queste le principali motivazioni con cui ha realizzato questo nuovo album, The slight variations, dodici nuovi brani raccolti in quattro atti, Overture, First movement, Second movement ed Epilogue, con sei brani dove è coautrice sua moglie, Carine Welles, e due brani composti con l’aiuto di Chris Barron degli Spin Doctors .
Il lavoro è una sorta di bilancio della sua vita musicale e personale, un disco intimista e sotto certi aspetti “rilassato”, registrato nel suo studio di registrazione a Chupadero, New Mexico, e dove, tra i diversi brani, si passano in rassegna le sue diverse esperienze e le sue evoluzioni musicali.
Tra i brani più riusciti due belle ballate, I’m ready e What would I not do ? dai forti sapori beatlesiani, Wildflower, delicata e pervasa da una grande atmosfera bucolica, che vede la presenza del dilruba, uno strumento musicale indiano simile al sitar, ma che viene suonato con l’archetto, un brano che sembra uscito da un disco di James Taylor, mentre When the time is right è il classica brano folk-rock di Jono Manson qui ancora reso più “soffice”.
Non mancano momenti decisamente rock come in Footprints on the Moon, scintillante brano con venature pop e un ritornello che si stampa nella mente, e Brother’s keeper che fonde rock, blues e profumi soul.
Non ci sono brani memorabili, ma il livello delle canzoni è sempre di buona qualità, un disco “onesto” che si ascolta con piacere, ben suonato, da citare i suoi storici collaboratori Jason Crosby, piano, organo e violino, e Kevin Traynor, chitarra elettrica, fatto da un grande “artigiano” della musica che disco dopo disco non ha mai deluso il suo pubblico, che lo ha sempre ricambiato con grande attenzione ed amore per la sua musica.
Un plauso alla Appaloosa per la traduzioni in italiano dei testi inclusi nel libretto.
Piccole variazioni che possono portare a grandi cambiamenti.