Jono Manson Summertime
2005 - Club de Musique
Nasce artisticamente nella New York degli anni ottanta, nell’ambiente roots dei locali cittadini aprendo la strada ad artisti del calibro di Joan Osborne, Blues Traveler, Spin Doctors.
Recentemente ha fatto alcune date in giro per l’Italia all’insegna della “musica del diavolo” accompagnato dal chitarrista genovese Paolo Bonfanti e da John Popper leader e armonicista dei Blues Traveler.
Da anni Jono Manson vive tra la sua casa di Santa Fe e la Toscana dove continua a suonare e curare la sua attività di produttore, cimentandosi poco tempo fa con la produzione del disco del cantautore massese Stefano Barotti. Negli ultimi tre anni Jono ha inanellato l’uscita di tre album con Club de Musique. Nel 2003 è uscito lo stupendo “Under the Stone”, nel 2004 è stata la volta della ristampa di “Little Big Man” e quest’anno esce “Summertime”. Premetto che fin dal primo momento in cui avevo ascoltato “Under the Stone” me ne ero innamorato trovandolo romantico, malinconico ed allo stesso tempo classico.
Al di là del gusto personale lo vedevo anche artisticamente come un grande disco difficilmente eguagliabile.
Bene di “Summertime” posso dire la stessa cosa. È un disco molto diverso da ciò a cui Jono Manson aveva abituato in questi anni i suoi ascoltatori, forse l’unico pezzo che si avvicina al suo solito stile è “Red Wine in the Afternoon”, fatto di voce chitarre, batteria, con l’aggiunta del banjo.
Gli altri brani invece spingono altrove. Il disco è stato registrato nella primavera di quest’anno nello studio del suo vecchio amico e collaboratore Craig Dreyer, co-produttore del progetto e sassofono tenore (già di Sweetones e Keith Richards). Lo studio è appena fuori New York, città significativa per entrambi visto che li ha visti protagonisti nei primi anni novanta dell’esperienza con “The Mighty Sweetones”.
Il disco raduna anche alcuni dei più attivi musicisti della cena musicale della Grande Mela di oggi.
“Summertime” è un disco caldo e solare, carico e rotondo dove anche la voce soul di Jono Manson diventa meno rauca, si ammorbidisce nelle vibrazioni e lascia spazio al sax di Dreyer ed ai fiati (tromba, trombone e flicorno) di Tim Ouimette, già trombettista di Ray Charles.
Ottoni, Hammond, fender rhodes e wurlitzer scaldano l’ambiente che diventa immediatamente funk come in “Never too drunk to funk”, oppure estivo e trasognato come nella stupenda “Darling”.
“Summertime” è un grande disco, scritto e curato da un grande artista. Da non perdere.