Joan As Police Woman The Deep Filed
2011 - Pias
The Deep Field è un vero capolavoro e il motivo d´apertura Nervous sorge come un´aurora in cui la voce fa da cornice floreale compilando il manifesto dell´album: c´è sempre qualcosa di fisico e forte sotto la pelle vellutata di queste canzoni che non smettono per un attimo di esibire classe e pulizia nei suoni. Un motore perfetto, potente, ritmico e passionale, un’energia che passa attraverso generi e stili molto affini ai compagni di viaggio incontrati dalla chanteuse del Maine (Rufus Wainwright, Antony) a cui affianchiamo e sottolineiamo l’importanza del producer Bryce Goggin, insieme a Joan per la terza volta.
Nei suoni sono presenti anche i grandi riferimenti artistici: come una guida artistica spicca il nome Stevie Wonder, grazie all’ispirazione del grande Stivie, Joan esibisce passione incontrollata, attaccamento alla vita, incorniciata da arrangiamenti patinati, complessi e perfezionati di continuo a favore di un suono universale, aperto a 360 gradi. Oltre ai maestri nominati si intuiscono nel disco le volontà comunicative dell´artista che passa dal pop al r´n´b con una naturalezza innata, appartenuti sicuramente ai mostri sacri da lei citati nei credits come Marvin Gaye; altro riferimento importantissimo nel suono di The Deep Filed. Se il disco in questione fosse arrivato subito dopo Real Life (2006) sarebbe stato un lavoro ovvio: Joan Wasser nel suo percorso di non si è risparmiata alle divagazioni artistiche (l´album di cover è sempre un ottimo modo per staccare la spina), la sua ricerca e il suo ripartire dalla luce e dalla vita, l´ha condotta fino a questo splendido disco.
Un brano come Flash non deve nascondere la necessità di attraversare e osservare l´oscurità sempre celata in ogni parvenza di tranquillità (in scena il grande Joseph Arthur alla voce baritono), così succede in diversi episodi in cui si svela il gioco del “chiaroscuro” come succede nel soul notturno di Human condition. In questi lunghi e profondi brani Joan esplora ogni strato sentimentale cercando di carpire le vibrazione dell’irrequietezza, per farlo accetta di buon gusto nel farsi accompagnare da seconde voci come un coro femminile, molto bello il pop moderno di Run for love.
Nel disco non mancano momenti più razionali, contenuti in ballate come I was everyone e Chemmie, il cui suono viene riportato alla normalità: un timido accenno alla sobrietà subito superato da un gran finale tra cori e mille colori sonori. The Deep Field è uno dei dischi miglior di questo inizio 2011.