Dente Io tra di noi
2011 - Ghost Records/Venus
La voglia di riassaporare l’estro creativo del cantautore fidentino porta inconsapevolmente a un’attesa frenetica che circonda, ogni qual volta, le sue produzioni, e tantomeno non esclude da questa ansia la pubblicazione del nuovo, Io tra di noi. Però, bisogna essere sinceri, il primo impatto con la nuova creatura dentiana non è stata positiva come per i precedenti, infatti, Io tra di noi conquista solo in un secondo momento, quando dopo un successivo e più accurato ascolto le canzoni si dispiegano in tutta la loro bellezza melodica, palesando un meticoloso e ponderoso lavoro di arrangiamento.
Il cantautore del “non-amore” ha nuovamente centrato il bersaglio, proponendo un modo di cantare tra De Gregori e Battisti, erige canzoni che ci afferrano per mano e conduco nel delicato ma intenso cammino tra la sensibilità e l’intelligenza dell’artista, avanzando con il classico atteggiamento riflessioni sulle relazioni amorose, sulle figure femminili e sui sentimenti. Il disco, come d’obbligo, è denso di un linguaggio fatto d’ironici giochi di parole, doppi sensi e impressioni agrodolci, immersi in prestigiosi giochi di suoni alternati tra personalissime intuizioni acustiche e marcate parabole sinfoniche che mettono in evidenza lo straordinario assetto musicale del nuovo lavoro.
Due volte niente apre le danze in un’intimità acustica generata da voce e chitarra, una magica introspezione nell’animo cantautoriale che viene riproposto anche nelle canzoni Cuore di pietra e Puntino sulla i, quest’ultima con l’aggiunta di uno xilofono, suonato da Tommaso Colliva in veste anche di produttore del disco.
Dente sorprende soprattutto quando alza la posta strumentale in gioco con architetture sonore più marcate, sviscerando piacevoli e inaspettate curve melodiche come nei brani Piccolo destino ridicolo, canzone che affronta ironicamente i tradimenti nati sul web, e Giudizio univerastile, brano che sembra fare il verso alla disco anni settanta. Tra le altre, eccellono le aperture orchestrali del singolo Saldati, che non a caso vedono il contributo di due musicisti del calibro di Enrico Gabrielli (sax contralto e flauto) e Rodrigo D’Erasmo (violini), artisti che non hanno bisogno di alcuna presentazione; o le sezioni di fiati in Casa tua e Pensiero associativo e quelle di archi in Io sì.
Un disco, a mio avviso, eccezionale che ci mostra un Dente nuovo, ma pur sempre geniale.