live report
Dente Angelo Mai, Roma
Concerto del 01/11/2024
Zenzero cantato nel suo nuovo singolo in collaborazione con Colapesce… Ma non sarebbe sicuramente l’aggettivo più adatto per descrivere l’esibizione di Dente dello scorso 1 novembre all’Angelo Mai di Roma.
Si intitola Iperbolica – letture e canzoni tra le stelle e il mare il progetto che il cantautore emiliano sta portando in tour da diversi mesi in tutta Italia e lo scorso venerdì ha toccato il palco del locale romano in occasione di #ALTRNTV: una sezione collaterale del progetto Biennale MArte Live che anima la capitale in diverse location dislocate sul suo territorio, offrendo un vasto cartellone che soddisfa anche i gusti delle orecchie più esigenti. Nel dettaglio la serata del primo novembre ha offerto tre atmosfere completamente diverse, in cui, al delicato reading del cantautore originario di Parma, si è contrapposto quello crudo e vero di Max Collini, frontman degli Offlaga Disco Pax, con il suo Storie di Antifascismo senza retorica, per sfociare poi nell’impetuosa energia dei Materazi Future Club.
La struttura dell’Angelo Mai è calda, avvolgente ed accogliente – un po’ in contrasto con l’aria freddo-umida che si respira all’esterno – ed è l’ambiente ideale per farsi cullare dalla voce delicata di Dente che invita gli spettatori a salire con lui su una barca fatta di parole e di musica, che racconteranno loro storie di stelle, di mare e di viaggi. Iperbolica è un momento di sogno e di scoperta; è un momento per viaggiare nell’altrove pur non spostandosi fisicamente ma abbandonandosi all’immaginazione.
Iperbolica è un aggettivo, ma, nel caso di Giuseppe Peveri, indica un progetto nato e pensato in chiusura del festival I Boreali, sfociando poi in tour estivo. Quella che accompagna Dente e il musicista Simone Chiarolini (tastiera e chitarra) è una scenografia molto semplice, composta da foto proiettate alle loro spalle: a quella del cosmo, segue una del globo terrestre e, in chiusura, il disegno della locandina stessa dell’evento quale l’onda di un mare con colorate stelle marine.
Iperbolica significa anche “a. Nella navigazione marittima, detto di alcuni sistemi di radionavigazione che si valgono di radiosegnali emessi da stazioni trasmittenti fisse opportunamente dislocate a terra. b. In astronautica, è detta velocità i. la velocità che un veicolo spaziale deve avere per allontanarsi indefinitamente dalla Terra.” Ed è così, tra le stelle e l’azzurro del mare, che Dente si presenta al pubblico leggendo un brano tratto da Il libro del mare di Morten A. Stroksnes, seguito dalla delicatissima cover di Figli delle stelle di Alan Sorrenti: un brano “copertina” di un reading che definisce già dalle sue prime righe la direzione che sta prendendo. L’esibizione di Dente procede in un lineare, soave e leggero monologo in cui ci si immerge sempre di più nell’universo che abitiamo quotidianamente, raccontato e descritto da pagine estratte dal libro succitato insieme a La commedia cosmica di Frank Westerman e L’uomo con lo scandaglio di Patrik Svensson.
Le parole di questi romanzi vanno a braccetto con il rumore delle onde del mare e il suono delle canzoni appositamente scelte per continuare con linearità questa navigazione tra le parole: La canzone dell’acqua di Eugenio Finardi, Mare sopra e sotto di Enzo Carella, La rosa dei venti di Alessio Bonomo e Questa libertà di Dente. Questo viaggio, nei suoi quaranta minuti circa, assume sempre di più i contorni di un sogno, al cui termine ci riporta delicatamente a toccare la terra con i piedi, dove la gravità ci tiene attaccati al suolo e dove “i nostri occhi sono strumenti avanzati. La tecnologia che contengono è stata sviluppata in milioni di anni da specie che la utilizzavano per vedere sott’acqua. Noi possiamo vedere uno spettro piuttosto limitato di onde luminose. Molte onde, o raggi, come i raggi gamma, i raggi x, i raggi ultra violetti, ci restano invisibili Se fossimo in grado di vederli, il mondo sarebbe totalmente diverso.” (Il libro del mare, Morten A. Stroksnes, Iperborea 2015)
A conclusione del reading, Dente si concede a quattro brani extra, estratti dai suoi album, quali Baby building (Non c’è due senza te, 2007), Coniugati a passeggiare (Almanacco del giorno prima, 2014), Allegria del tempo che passa (Hotel Souvenir, 2023) e Vieni a vivere (L’amore non è bello, 2009) sui quali il pubblico non può far altro che applaudire… e cantare!
Iperbolica, più che un semplice reading, è una presa di coscienza sul nostro universo, sul nostro mondo e sulla bellezza racchiusa anche nella particella più piccola di plancton nascosta negli abissi del mare, sulla fragilità del nostro mondo e su quanto dobbiamo (ancora) lottare per provare a salvaguardarne la bellezza che ci resta.
Potrei dire “frizzante”, un po’ come il sapore dello Si intitola Iperbolica – letture e canzoni tra le stelle e il mare il progetto che il cantautore emiliano sta portando in tour da diversi mesi in tutta Italia e lo scorso venerdì ha toccato il palco del locale romano in occasione di #ALTRNTV: una sezione collaterale del progetto Biennale MArte Live che anima la capitale in diverse location dislocate sul suo territorio, offrendo un vasto cartellone che soddisfa anche i gusti delle orecchie più esigenti. Nel dettaglio la serata del primo novembre ha offerto tre atmosfere completamente diverse, in cui, al delicato reading del cantautore originario di Parma, si è contrapposto quello crudo e vero di Max Collini, frontman degli Offlaga Disco Pax, con il suo Storie di Antifascismo senza retorica, per sfociare poi nell’impetuosa energia dei Materazi Future Club.
La struttura dell’Angelo Mai è calda, avvolgente ed accogliente – un po’ in contrasto con l’aria freddo-umida che si respira all’esterno – ed è l’ambiente ideale per farsi cullare dalla voce delicata di Dente che invita gli spettatori a salire con lui su una barca fatta di parole e di musica, che racconteranno loro storie di stelle, di mare e di viaggi. Iperbolica è un momento di sogno e di scoperta; è un momento per viaggiare nell’altrove pur non spostandosi fisicamente ma abbandonandosi all’immaginazione.
Iperbolica è un aggettivo, ma, nel caso di Giuseppe Peveri, indica un progetto nato e pensato in chiusura del festival I Boreali, sfociando poi in tour estivo. Quella che accompagna Dente e il musicista Simone Chiarolini (tastiera e chitarra) è una scenografia molto semplice, composta da foto proiettate alle loro spalle: a quella del cosmo, segue una del globo terrestre e, in chiusura, il disegno della locandina stessa dell’evento quale l’onda di un mare con colorate stelle marine.
Iperbolica significa anche “a. Nella navigazione marittima, detto di alcuni sistemi di radionavigazione che si valgono di radiosegnali emessi da stazioni trasmittenti fisse opportunamente dislocate a terra. b. In astronautica, è detta velocità i. la velocità che un veicolo spaziale deve avere per allontanarsi indefinitamente dalla Terra.” Ed è così, tra le stelle e l’azzurro del mare, che Dente si presenta al pubblico leggendo un brano tratto da Il libro del mare di Morten A. Stroksnes, seguito dalla delicatissima cover di Figli delle stelle di Alan Sorrenti: un brano “copertina” di un reading che definisce già dalle sue prime righe la direzione che sta prendendo. L’esibizione di Dente procede in un lineare, soave e leggero monologo in cui ci si immerge sempre di più nell’universo che abitiamo quotidianamente, raccontato e descritto da pagine estratte dal libro succitato insieme a La commedia cosmica di Frank Westerman e L’uomo con lo scandaglio di Patrik Svensson.
Le parole di questi romanzi vanno a braccetto con il rumore delle onde del mare e il suono delle canzoni appositamente scelte per continuare con linearità questa navigazione tra le parole: La canzone dell’acqua di Eugenio Finardi, Mare sopra e sotto di Enzo Carella, La rosa dei venti di Alessio Bonomo e Questa libertà di Dente. Questo viaggio, nei suoi quaranta minuti circa, assume sempre di più i contorni di un sogno, al cui termine ci riporta delicatamente a toccare la terra con i piedi, dove la gravità ci tiene attaccati al suolo e dove “i nostri occhi sono strumenti avanzati. La tecnologia che contengono è stata sviluppata in milioni di anni da specie che la utilizzavano per vedere sott’acqua. Noi possiamo vedere uno spettro piuttosto limitato di onde luminose. Molte onde, o raggi, come i raggi gamma, i raggi x, i raggi ultra violetti, ci restano invisibili Se fossimo in grado di vederli, il mondo sarebbe totalmente diverso.” (Il libro del mare, Morten A. Stroksnes, Iperborea 2015)
A conclusione del reading, Dente si concede a quattro brani extra, estratti dai suoi album, quali Baby building (Non c’è due senza te, 2007), Coniugati a passeggiare (Almanacco del giorno prima, 2014), Allegria del tempo che passa (Hotel Souvenir, 2023) e Vieni a vivere (L’amore non è bello, 2009) sui quali il pubblico non può far altro che applaudire… e cantare!
Iperbolica, più che un semplice reading, è una presa di coscienza sul nostro universo, sul nostro mondo e sulla bellezza racchiusa anche nella particella più piccola di plancton nascosta negli abissi del mare, sulla fragilità del nostro mondo e su quanto dobbiamo (ancora) lottare per provare a salvaguardarne la bellezza che ci resta.