L’indirizzo del “nuovo Malick”, quello degli anni ‘10 dei 2000, è questo: puntare tantissimo sulle immagini, con un montaggio particolare e dei punti di vista, inquadrature e piani sequenza insoliti. Il senso è quello di dare una visione introspettiva e globale allo stesso tempo. In questo film del 2012, ad un solo anno dal capolavoro
The tree of life, Malick ripete perfettamente lo schema del film precedente, infatti i due sembrano indissolubilmente legati. Qua la vicenda si concentra sui quattro protagonisti, una coppia che si ama da subito, dall’Europa alla provincia americana, l’ex fiamma di lui, ed un sacerdote spagnolo. La coppia entra in crisi più per i dubbi di lei, che è anche costretta a rientrare in Europa per la scadenza del visto. Intanto lui riallaccia i rapporti con la ex. Trama e senso del film che sembra sfuggire ai più anche se la storia è tra le più semplici mai viste. Il motivo è che la narrazione non sembra esplicita né lineare. Ma con il nuovo Malick bisogna saper leggere tra le righe, fare uno sforzo superiore, e se lo fai la nebbia si dirada e il miracolo-
wonder appare nitido.
Alla riuscita del film ci si mettono quattro attori in stato di grazia, partendo da un Affleck mai così convincente, e una splendida Kurylenko.
Ma in questo film c’è tanto, da una parte il contrasto tra la meraviglia della bellezza naturale e non, delle immagini, dell’amore, e dall’altra la distruzione, le macerie, la contaminazione, miniere e…la fine (o i dubbi) sullo stesso amore e sulla sua bellezza.
Nella protagonista femminile due donne: una si protende verso il cielo ed una verso la terra, spirito e materia. Gli stessi dubbi che possono colpire l’ateo o l’uomo non di chiesa attanagliano la figura del sacerdote Javier Bardem, in crisi (“ci stai lasciando…” “…in giro solo distruzione, macerie”).
Dopo
The tree of life, un altro gran film, passato accuratamente inosservato ai più.