Nick Cave & The Bad Seeds B-sides & rarities
2005 - Mute
Ritornando al box occorre dire che offre, seppure composto su scarti e rarità, un’efficace panoramica sull’evoluzione dell’artista e dei suoi fidi semi del male, racchiudendo cinquantasei canzoni, ordinate cronologicamente (dal 1984 al 2004) in tre bustine in cartoncino bianco, un lotto di canzoni, che, in modo a dir poco promozionale, Cave reputa come suo miglior lavoro. Di sicuro interesse per i tanti affezionati all’australiano, da sempre alla ricerca di preziose rarità e che adesso possono finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Il primo cd coglie il lato più blues di Cave, brani come il ripreso adirato “The Six Strings That Drew Blood” (versione differente di quella presente su “Junkyard” dei Birthday Party), il blues a cappella di “Black Betty” (del bluesman Leadbelly, tanto caro anche a Kurt Cobain) e del teso “The Girl At The Bottom Of My Glass” ... tutte figlie di “The Firstborn Is Dead” (il primo album targato da Cave And The Bad Seeds). Le intime perle acustiche “The Mercy Seat” (proprio la ricercata versione presente sul 7” allegato all’edizione limitata in vinile di “The Good Son”) e “City Of Refuge” completano il quadro e rendono il primo volume tra i più appetibili dei tre. Non risponde all’appello il brano “Faraway, So Close”, ma è stato inserito, anch’esso tratto dal film di Wenders, “Cassiel’s Song”.
Il secodo capitolo è retto soprattutto dalla bellezza della versione acustica di “Jack The Ripper” e dalla esclusa murder ballad “The Ballad Of R.Moore And B.Coltrane”. Reputo pesante e inutile l’inserimento dei tre atti in quasi diciotto minuti di “O Malley’s Bar”. Invece avrei reso questo secondo cd più interessante con l’inserimento dell’interpretazione di “Mack The Knife” dal film “September Songs” dedicato a B.Brecht (manca anche “There Is A Light” presente nella colonna sonora del film di “Batman Forever”, assenza direi giustificata).
Il terzo e più vicino, cronologicamente parlando, capitolo presenta la bellissima “Little Empty Boat” (un vero gioiello, non tanto per le parole, ma per la sua struttura melodica), la super rara “Opium Tea” (di cui si conoscevano solo le parole) e la ninna nanna di “Nocturama” (edita solo su 7” in vinile a tiratura limitata).
In conclusione un lavoro non solo per fans e completisti, che tra l’altro potrebbero non restare del tutto soddisfatti per l’assenza di ghiotti brani (come ancora ad esempio. “Two Wings Manbo”, presente sul doppio Lp “Viva Eight” o “Good Bye Marilou”, tributo a Michele Polnareff) o di interpretazioni non riuscite (come “Here Comes The Sun” e “Let It Be”), che fotografa a pieno il mondo della musica di Nick Cave. Cofanetto che può risultare riduttivo e limitato da considerare come mero b-side della produzione discografica di Nick Cave.