Michael McDermott East Jesus / Lighthouse on the Shore
2024 - Pauper Sky Records / Appaloosa
Parola del cantautore di Chicago - ma di casa anche in Italia - Michael McDermott, che questa volta raddoppia la proposta, con ben due dischi, in uscita per Pauper Sky Records / Appaloosa, che sicuramente riscuoteranno un meritato successo, con due tensioni differenti, due vibes a volte opposte, ma con lo stesso coefficiente di energia e con il filo conduttore di una voce sempre più intensa e matura, che racconta storie dolorose, ma pregne di riscatto e di speranza, come è stata, ed è, l'esistenza del loro autore.
Si parla di East Jesus e del suo gemello diverso Lighthouse on the Shore: due gioielli, il primo prevalentemente elettrico, l'altro acustico, prodotti entrambi dal cantautore, con l'aiuto di due colleghi, rispettivamente Steven Gillis per il primo, e John Deaderick per il secondo. E anche la partecipazione dei musicisti sottolinea l'estrema cura con cui McDermott ha preparato l'intero progetto: per East Jesus e per Lighthouse on the Shore troviamo Matt Thompson al basso; Will Kimbrough, chitarre e banjo; John Deaderick a tastiere e organo, oltre alla moglie, la talentuosa cantante e violinista Heather Lynne Horton, mentre per East Jesus si aggiungono Grant Tye alle chitarre e Steven Gillis alla batteria, aiutato da Gerald Dowd.
Il violoncello di Katie Burns invece è presente solo in qualche brano del disco acustico, che raccoglie autentiche perle, splendidamente cesellate dalla penna sensibile di McDermott, che affronta il rapporto col padre scomparso da qualche anno in I am not my father, toccandoci con parole profonde e sincere ("I held his hand as he lay dying / Made sure he never saw me crying / I sat there and held his hand in mine /For the first time"), o con Dio in Where God Never Goes ("Speak a word of kindness / Speak a word of love for the lost / Say a prayer of forgiveness / For those still carrying the cross"). La sua vita ha subìto una serie di alti e bassi, e l'artista non ha mai nascosto le debolezze dell'uomo, ma la sua sobrietà, conquistata da dieci anni, e la stabilità sentimentale gli permettono di affrontare le ombre del suo passato con la consapevolezza che quelle esperienze possono aiutare chi si trova ancora in difficoltà.
Il mix di riflessioni ed energia si trova ancora più evidente nel disco elettrico, East Jesus, che però contiene anche momenti di grande ricchezza compositiva, come l'intro di Charlie Brown, chitarra e violino, o il coro del mantra buddista nam myoho renge kyo, che introduce Quicksand, imperniata sulle possibilità che emergono dalle nostre scelte, mentre Berlin at Night segue la linea melodica tipica del cantato di McDermott, un rock potente e coinvolgente, che ricorda in qualche passaggio il maestro Tom Petty di Learning to Fly.
Le rispettive title tracks costituiscono in un certo senso il cuore pulsante dei due dischi: Lighthouse on the Shore è guidata da una linea di violoncello che dialoga col piano, e la voce di McDermott si fa lirica e intima, mentre East Jesus è perfettamente bilanciata tra crescendo rock e arpeggi folk; qui la voce si fa sempre più determinata, nell'intenzione di affrontare e superare gli ostacoli, senza mai abbassare la guardia. Il titolo stesso, che evoca un'espressione come "In mezzo al nulla", richiama quei luoghi che teniamo nascosti, le nostre paure, le insicurezze, i nostri traumi, che seppelliamo nel profondo di noi, appunto in mezzo al nulla, nei nostri cuori, ma che non possiamo dimenticare, e che potrebbero apparire da un momento all'altro.
Ma tutte le canzoni andrebbero citate, per la loro varietà di colori e timbri, per la schiettezza con cui il loro autore tratta gli argomenti che gli stanno a cuore, per la forza e la compattezza dei suoni. I due dischi devono essere ascoltati in sequenza, per un extended concept album sulle diverse sfaccettature dell'esistenza, messe a nudo dalla sensibilità di McDermott, che afferma: “Ci sono sempre degli avanzi alla mia tavola,ma questa espansione creativa ha permesso a una più ampia varietà di canzoni di trovare posto, e, si spera, con grande effetto”.
Sì, Michael: l'effetto è davvero grandioso. Ti aspettiamo presto in Italia.