Le Luci Della Centrale Elettrica Terra
2017 - Cara Catastrofe
Un disco indubbiamente pregevole e dalle ottime intuizioni sonore che partendo da un contesto di folk d’autore, si apre verso orizzonti ritmici etnici con evidenti richiami al pop classico. Nella sua disarmante peculiarità, Terra è un disco che va assaporato con estrema riflessione cercando di captare quelle sfumature che ne fanno un’opera sopraffina e che stemperano con minuziosità congenita gli armoniosi quadretti pop/ folk.
Dieci composizioni. Dieci racconti narrati attraverso diapositive che catturano la realtà in cui cerchiamo di sopravvivere. Ognuna tappa fondamentale dell’immaginario personale del cantautore ferrarese che col tipico piglio descrittivo che lo contraddistingue racconta le sue fantasmagoriche storie attraverso la penna fine di una chitarra acustica, con l’intervento minuzioso di Dragona a delinearne con strumentazioni appropriate (cajon, orchestrazione generale, suoni elettronici e suoni organici e tabla elettronica) le linee melodiche atte ad abbellire il volto melodico partorito come voce e chitarra. Storie che partono da una semplice cicatrice A forma di fulmine, deliziosa ballata semi acustica e che finiscono nei Viaggi disorganizzati. Brondi poeta visionario del vivere quotidiano estrae dal suo cilindro compositivo pregevoli ballate come Stelle marine, Waltz degli scafisti e Coprifuoco, sicuramente tra le più dense di significato. Però non si ferma e va avanti proiettandoci nei più disparati luoghi che siano reali (Nel profondo Veneto), mediatici (Iperconnessi) o dell’animo umano (Chakra), quest’ultima delineata dal violino di D’Erasmo e dalle percussioni tra cui il cajon di Dragona.
Vasco Brondi è sicuramente uno tra i migliori esponenti nati musicalmente nei fatidici anni zero, di quelli che ci fanno ancora digerire e sopportare meglio questa deludente generazione d’autori che questi maledetti anni 10 ci sta propinato.