Joe Ely Fighting The Rain [Ristampe]
2024 - New Shot Records
Texano nato ad Amarillo, cresciuto a Lubbock e poi a Austin, l'artista è profondamente legato ai generi musicali della sua terra (rock and roll, country). Dopo aver preso lezioni dal maestro di Buddy Holly, negli anni ’60 fa parte della T. Nickel House band e degli Hub City Movers, poi la parentesi con i Flatlanders (con Butch Hancock, Jimmy Gilmore e altri) nei primi anni ’70. Del 1977 il suo album d’esordio a cui seguono altri lavori eccelsi come Honky Tonk Masquerade (1978), Live Shots dal vivo nel 1980 e l’ennesimo disco dal vivo Live at Liberty Lunch del 1990.
Rocker dei più classici, tra i più vitali e produttivi nonché decisamente personale, la sua scrittura di brani è di grande spessore, alternando canzoni e ballate notturne, ritmi e brani infuocati in una miscela di rock, country, honky-tonk e rock and roll.
Quando arriva in Italia la prima volta nei primi giorni del mese di ottobre del 1993, è accompagnato da una band di tutto rispetto, che entusiasma subito il pubblico. Con Joe Ely (chitarra e voce) ci sono con lui Glen Fukanaga al basso, il fenomenale chitarrista David Grissom con assoli da autentico portento e l’eccellente batterista Davis McLarty. Il capolavoro Letter To Laredo ha ancora da venire (1995), ma il quartetto è davvero pieno di grinta. Joe Ely possiede già un grande carisma, una voce possente e graffiante, una manciata di canzoni meravigliose da lui composte, un rock e un sound d’effetto oltre a essere un efficace interprete di brani altrui (Butch Hancock, Robert Earl Keen, Tom Russell).
Il compianto promoter Carlo Carlini fissa la data dell’8 ottobre 1993 per un concerto della Joe Ely Band alla Marna di Sesto Calende (Va) ma un paio di giorni prima si viene a sapere che la vecchia balera della Marna sul fiume Ticino è allagata e all’ultimo minuto sotto una fitta pioggia si opta per una discoteca il Sinatra’m di Vergiate (sempre in provincia di Varese). L’esibizione decisamente elettrica della band è davvero esplosiva, con ben 18 canzoni per quasi due ore!
Fighting In The Rain (la qualità dei 10 brani qui risulta eccellente), è la testimonianza di questo concerto epico di soltanto 53 minuti, visto che per motivi tecnici 8 brani sono stati tolti, vuoi per le imperfezioni della registrazione e vuoi su richiesta dello stesso Joe Ely di tralasciare per motivi etici Whenever Kindness Fails di Robert Earl Keen, che narra di armi, violenza e omicidi.
S’incomincia con la splendida If You Were A Bluebird dell’amico Butch Hancock, Dallas (Did You Ever See Dallas from A DC-9 At Night) composta da Jimmie Dale Gilmore nel 1972 ed eseguita già con i Flatlanders nello stesso anno. Una sezione ritmica poderosa accompagna i vari brani tra cui Billy The Kid, She Never Spoke Spanish To Me e Boxcars (entrambe sempre di Butch Hancock), la rockeggiante Settle For Love, The Road Goes On Forever, un country-rock spumeggiante di Robert Earl Keen e in chiusura una versione sempre eccellente di Letter to L.A.
La sua discografia e la sua integrità artistica vengono nuovamente celebrate con questo disco a dir poco elettrizzante. La voce emozionante di Joe Ely, un pugno di canzoni di grande forza epica, il piglio rock, la chitarra graffiante e lancinante di David Grissom, il suono travolgente e struggente sintetizzano una serata che i presenti ricordano bene, e per chi ascolta per la prima volta questa registrazione resterà stupito e favorevolmente colpito.