Cristina DonÁ Triathlon
2003 - MESCAL
“Triathlon” invece sembra andare in un’altra direzione proponendo tre versioni dell’omonimo brano, dall’ultimo album “Dove sei tu”: un remix, una versione ufficiale e una extended version potrebbero essere francamente troppe per un EP di cinque tracce.
Questo singolo, il secondo di “Dove sei tu”, dovrebbe anticipare la distribuzione europea del disco con tanto di video, ma rimane il sospetto di una certa ripetitività. Sarà che Cristina con questa triade di canzoni ha voluto inscenare un’ideale gara di “Triathlon” con i propri fans?
Comunque sia, quando si passa all’ascolto, la cantautrice bergamasca riesce a superare tutte tre le prove: se l’album version è “solo” l’occasione per affrontare di nuovo un rock scarno e disturbante, riempito di effetti e microbeat, il Casasonica remix rende il brano ancora più carico di ossessioni elettroniche con le tastiere a spingere gli stacchi come fossero fiati, quasi fino allo scratch. Ancora più ansiosa è l’extended version con una parte strumentale incisiva che sembra uscire dal brano. Le takes sono frutto della collaborazione con i Subsonica, in particolare con Samuel, la cui voce nella traccia conclusiva diventa un mormorio blues. Più che una prova di resistenza, la triade permette di scoprire la cura e la versatilità delle doti della Donà.
E se “Triathlon” presenta il lato sperimentale di Cristina, “In fondo al mare” e “Goccia” offrono invece quello più cantautorale: entrambe le canzoni sono live, dal Grinzane Cavour 2002, con Manuel Agnelli e Marco Parente presenti sul palco e dentro i brani. La prima è uno dei pezzi fondamentali di “Dove sei tu”, così come “Goccia” lo era stato per “Nido”, e non è un caso che entrambe le canzoni abbiano un’ambientazione acquatica e marina, a ribadire la profondità atipica della musica di Cristina. Chi non avesse mai sperimentato questo tipo d’intensità, può trovarne traccia anche nel singolo degli Afterhours “La gente sta male”.
La voce della Donà, ancora di più con l’aiuto di Agnelli e di Parente, ha la capacità di spostare i punti di vista dell’ascoltatore: prima sul fondale marino a mirare il baluginare della luce in superficie e poi, come un faro, a scrutare la linea del mare all’orizzonte.
In definitiva “Triathlon” è un test che evidenzia le potenzialità più spiccate e diversificate del’”atleta”: da una parte il rock fisico e sperimentale e dall’altra la capacità di immergersi al limite dell’apnea. Una preparazione del genere dovrebbe permettere a Cristina di affrontare la stagione europea puntando tanto sull’impatto quanto sui particolari, come suo solito. Glielo auguriamo.