Cristina DonÁ La quinta stagione
2007 - Emi
Dalle ossessioni dei primi due dischi passando per l’omogeneità stratificata dell’ultima prova in studio (sono passati quattro anni e un cambio d’etichetta) il percorso della Donà procede come una lenta pacificazione del corpo e dell’anima.
In questo cammino di alleggerimento interiore la musica si è fatta più pop, più lieve come dimostra questo nuovo album, forse il più “semplice” di quelli finora pubblicati dalla Donà.
Semplice si fa per dire, perché ogni pezzo è lavorato a fondo, con grazia, lasciando spazio ai respiri della melodia, dando al canto un airplay che volteggia su suoni ed arrangiamenti più liberi che in passato. Anche stavolta c’è una mano straniera sul disco, quella di Peter Walsh, che ha registrato, prodotto e suonato con un gruppo di musicisti nutrito e diverso ad ogni traccia.
“La quinta stagione” lievita su un pop-rock ricercato, che intelligentemente gode di una brevità coerente con la propria leggerezza: dieci canzoni per un totale di trentotto minuti in cui ogni pezzo sbatte le ali in modo più o meno marcato.
La voce della Donà si solleva da terra volando a tratti sopra campi anche troppo sconfinati, ma, una volta accordati col suo moto ellittico, ci si trova sollevati da questa (in)cantautrice.
Già “Settembre”, la traccia forse più suggestiva del disco, apre ad un’atmosfera in cui la natura è protagonista di un viaggio in cui riconoscere l’interiorità umana: questa si schiude soprattutto in “Universo” e in “Migrazioni” (“Pensa leggero / come un foglio leggero”), due incanti limpidi, carichi di riflessi con tanto di quartetto d’archi.
Tra esercizi di ammaliante qualità (“I duellanti”, “Come le lacrime”) e qualche scatto elettrico (“Niente di particolare”), la scaletta si snoda in una serie di evoluzioni che stupiscono per intarsi ed ammiccamenti (vibes, arpa synth, programming, reverse loops, bouzouki ecc.). Nel finale si scopre prima la gemma nascosta di “Laure” e poi lo splendido cammeo di “Non sempre rispondo” con tanto di eleganti svolazzi di fisarmonica.
Chiude “Conosci”, per sola voce e violino elettrificato, tanto per ribadire quanto Cristina Donà miri a librare la sua musica alla ricerca di una stagione dell’anima, la quinta, che non è indicata sui tanti calendari in circolazione.