Fingerlings 2<small></small>
Americana

Andrew Bird Fingerlings 2

2004 - Grimsey Records

09/12/2004 di Christian Verzeletti

#Andrew Bird#Americana

“Fingerlings” è un cd dal vivo semi-ufficiale, che raccoglie alcune esibizioni tenute da Andrew Bird negli ultimi anni. Più che come un disco dal vivo vero e proprio, la raccolta è strutturata come un sampler dimostrativo delle capacità live dell’artista, catturato in vesti diverse: in completa solitudine, accompagnato da qualche ospite e da una band al completo.
Per quanto sia frammentario e a tratti simile ad un bootleg anche dal punto di vista della relizzazione sonora, il disco riesce comunque a far combaciare le varie facce di Andrew Bird e a indicare la direzione solista che ha intrapreso con “Weather systems” e che dovrebbe continuare con un album previsto per febbraio 2005.
“Fingerlings” è una raccolta di live shots, come direbbero gli americani, di istantanee, che rischia di scomparire, anzi, di non apparire neppure in un mercato in cui i dischi dal vivo fioccano con regolarità e perfezione impressionante.
Eppure ci sentiamo di dire che non è un prodotto solo per i fans più devoti: già l’iniziale “First Song”, eseguita con una chitarra onirica e con il solo ausilio di una melodia fischiettata, mette a nudo la creatività genuina di Bird. Il fatto che il suono non sia stato depurato contribuisce a mantenere intatto il fascino live e sottolineare in modo scarno i risvolti più autentici di questo che è qualcosa di più di un semplice cantautore o di un musicista pop: il violino, ora pizzicato come uno strumento classico, ora suonato come una chitarra, crea rimandi ad una musica tanto popolare quanto d’avanguardia. Le arie che si creano soprattutto tra “Banking on a Myth” e “Spanish for Monsters” sono di matrice folk-blues, ma richiamano anche qualche atmosfera indorientale per i pertugi che Bird riesce ad aprire con il suo strumento.
L’artista si dimostra a suo agio nella dimensione semi-acustica, vissuta con una concentrazione esclusiva, rivolta più alla canzone in sè che al pubblico: è come se Bird, soprattutto quando si esibisce da solo, continuasse a punzecchiare la propria musica per coglierne le reazioni e le possibili direzioni. L’obiettivo sembra quello di condurre una ricerca in grado di stimolare esplorando lo spirito delle canzoni attraverso forme scarne.
Nelle tracce in cui è invece accompagnato dalla band, il risultato è sicuramente più immediato e godibile, anche coinvolgente, come succede con i My Morning Jacket o con il sostegno di un gruppo formato tra gli altri da Kevin O’Donnell e Andy Hopkins: l’impulso rock non copre, ma rafforza le inflessioni europee della musica di Bird, sia quando essa assume toni western (“Way Out West”) sia quando si muove con sinuosi andamenti classici-zingareschi (“Depression Pasillo”).
“Fingerlings” non è il disco dal vivo che ci attendevamo, ma è comunque una raccolta che puntualizza le attitudini di un musicista particolare, meritevole di altrettanto seguito ed attenzione.

Track List

  • First song|
  • Skin is, my|
  • Master fade|
  • Banking on a myth|
  • MX missiles|
  • Spanish for monsters|
  • Sovay|
  • Way out West|
  • Depression Pasillo|
  • Happy day

Articoli Collegati

Andrew Bird

Hands Of Glory

Recensione di Paolo Ronchetti

Andrew Bird

Break It Yourself

Recensione di Paolo Ronchetti

Andrew Bird

Armchair apocrypha

Recensione di Christian Verzeletti

Andrew Bird

The mysterious production of eggs

Recensione di Christian Verzeletti

Andrew Bird

Intervista 14/07/2004

Recensione di Christian Verzeletti

Andrew Bird

Weather systems

Recensione di Christian Verzeletti