Andrew Bird

interviste

Andrew Bird

14/07/2004 di Christian Verzeletti

#Andrew Bird#Americana#Songwriting

Sono bastati trentaquattro minuti di musica, tanti sono quelli del suo ultimo “Weather systems”, perché Andrew Bird ci stregasse e ci facesse sentire obbligati a contattarlo per saperne di più. Lui ci ha risposto dalla sua vecchia barn in una valle dell’Illinois, poco prima di mettersi in tour con Ani DiFranco, e ci ha gentilmente spiegato come col tempo si sia creato una musica che è in ogni senso indipendente, da generi ed etichette.

  
    Interviste:

             
Andrew Bird

Sono bastati trentaquattro minuti di musica, tanti sono quelli del suo ultimo "Weather
systems", perché Andrew Bird ci stregasse e ci facesse sentire obbligati a contattarlo
per saperne di più. Lui ci ha risposto dalla sua vecchia barn in una valle dell'Illinois, poco
prima di mettersi in tour con Ani DiFranco, e ci ha gentilmente spiegato come col tempo
si sia creato una musica che è in ogni senso indipendente, da generi ed etichette.


Mescalina: Andrew, noi arriviamo ad intervistarti adesso, ma so che il tuo nuovo disco è quasi pronto. Quando lo pubblicherai?
Andrew Bird: Il disco è finito e dovrebbe uscire per l'inizio dell'anno prossimo.

Mescalina: Uscirà ancora per la Righteous Babe Records?
Andrew Bird: In Europa verrà pubblicato dalla Fargo, mentre negli Stati Uniti probabilmente rimarrò con la Righteous Babe.

Mescalina: Dicci come sei entrato in contatto con la Righteous. So che hai fatto anche qualche data con Ani DiFranco …
Andrew Bird: Sto per fare un tour con Ani e ho appena suonato sul suo nuovo disco. L'ho incontrata solo qualche mese fa: mi hanno detto che aveva sentito "Weather systems", che io ho registrato e fatto uscire da solo, le era piaciuto e mi ha offerto di pubblicarlo come si deve.

Mescalina: "Weather systems" è diverso dal suono che avevi con i Bowl of Fire, che era più basato sulla chitarra, anche se poi emergeva comunque il tuo modo personale di avvicinarti alla canzone e di svilupparla …
Andrew Bird: Quando ho cominciato a scrivere canzoni, avevo bisogno di appoggiarmi al passato, alla storia. A 22-23 anni, ascoltavo vecchi dischi jazz, country blues, calypso, gypsy e opere da tre soldi, perciò è logico che i miei primi dischi suonino in quella maniera. Comunque, non mi sono mai accontentato di rifare il passato e piano piano ho cercato di rendere i miei arrangiamenti strani e personali. I nostri concerti poi erano molto teatrali, carichi di una grande energia rock'n'roll. Anche nel periodo della mia crescita, quando suonavo musica classica, insistevo molto per improvvisare sulle cadenze dei concerti. La mia idea era di mantenere in vita la tradizione, ma senza farle troppe riverenze.
Poi, quando ho preso più confidenza con la scrittura, non ho più avuto bisogno di questi stili. Volevo che la gente capisse che ogni parte della canzone era opera mia: può sembrare arrogante, ma sono convinto di avere ormai poco da imparare dai dischi e molto invece da apprendere ancora da me stesso.


Mescalina: Infatti si possono trovare tante influenze nelle tue canzoni, ma alla fine sei solo tu, è la tua voce … una cosa che mi chiedo, che mi incuriosisce molto nell'ascoltare i tuoi dischi, è da dove proviene questo tuo stile, come l'hai formato, con cosa l'hai nutrito …
Andrew Bird: Per molto tempo ho ascoltato e suonato musica classica, ma l'ho fatto a orecchio, senza mai seguire gli spartiti: sin dall'inizio ho imparato a suonare quello che sentivo nella mia testa. Anche quando ero bambino, mi è sempre piaciuto crearmi delle melodie e poi farci sopra degli esperimenti.

Mescalina: Hai studiato violino? Te lo chiedo perchè il tuo modo di comporre e per i tuoi arrangiamenti …
Andrew Bird: Sì, ho cominciato all'età di quattro anni e poi ho studiato al conservatorio.

Mescalina: La tua musica mi dà l'idea di qualcosa di americano combinato con un modo più europeo, forse per il violino che ora orienta di più il suono in questo disco, o forse per certe parti di musica classica, o meglio da camera …
Andrew Bird: Guarda, non so dirti e nemmeno m'importa da dove nasca, io non faccio che sentire melodie e parole.

Mescalina: "Weather Systems" è stato registrato in una vecchia fattoria adattata a studio: quel posto ti ha influenzato?
Andrew Bird: Sì, è incantevole ed è così tranquillo qua. Pensa che d'estate si vedono persino i temporali alzarsi sopra il Mississippi prima di dirigersi verso la valle.

Mescalina: Vivi lì?
Andrew Bird: Sì.

Mescalina: Beato te che ti puoi godere tanta pace … forse è per questo che gli arrangiamenti sono più minimali adesso rispetto ai Bowl of Fire? Quello che voglio chiederti è se è stata una scelta a priori o se sono venuti così man mano sviluppavi le canzoni in questa specie di ritiro bucolico …
Andrew Bird: Un disco è così breve che non può contenere tutte le idee che vuoi esprimere, così ho deciso di farne uno che non ci provasse nemmeno. Diciamo un disco che si muove in modo più passivo, ma con dentro dello spazio per respirare. Volevo anche che nelle canzoni fossero meno distrazioni: non si tratta solo del violino e di una questione di stile, ma anche della melodia e dei testi.

Mescalina: Difatti il disco suona più privato: è per quello che è a tuo nome?
Andrew Bird: No, solo non aveva più senso usare ancora il nome dei Bowl of Fire. Una volta che si cambia, non si può più tornare indietro.







Mescalina: Però Kevin O'Donnell and Nora O'Connor, che erano membri dei Bowl of Fire, hanno suonato sul cd …
Andrew Bird: Sì, Kevin e Nora saranno anche sul prossimo disco. I Bowl of Fire erano una sorta di show che faceva fiamme e che sprigionava parecchia energia. Nel prossimo disco ci sarà anche un po' di questo.

Mescalina: Pop, folk, rock, classico, camera: come sarà questo nuovo disco? Continuerai con questo approccio solista?
Andrew Bird: Ho imparato così tanto in questa esperienza da solo, che, come ho detto, ormai non posso più tornare indietro. Il prossimo disco sarà un tale concentrato che nemmeno una delle sue canzoni avrebbe potuto entrare in un lavoro "Weather systems". Stavolta c'è molto materiale che proviene dall'esterno, ma va tutto a far parte di una struttura forte. Tutto quello che ti posso dire con certezza è che sarà una cosa grossa e strana, ma sviluppata con molta cura.

Mescalina: So che hai lavorato con Howe Gelb e anche con Tim Robbins per la colonna sonora di "The cradle will rock": hai qualche altra collaborazione in programma?
Andrew Bird: Di Howe Gelb mi piace soprattutto lo spirito. Forse farò qualcosa con i Morning Jacket, una grande band. E poi ora sento proprio un bisogno urgente di andare a Sud lungo il Mississippi, verso Memphis e giù fino New Orleans, e starmene per un po' a suonare una musica rozza ed ubriaca.

Mescalina: Ma sei in tour?
Andrew Bird: Adesso sono in tour con i Magnetic Fields e prossimamente con Ani DiFranco.

Mescalina: Qualche possibilità che tu venga in Europa?
Andrew Bird: Dovrei venire in Italia, Francia e Spagna a novembre o dicembre.

Mescalina: Intanto grazie, spero di incontrarti.
Andrew Bird: Di niente, non sono nemmeno sudato!