Mescalina:
Andrew, noi arriviamo ad intervistarti adesso, ma so che il tuo nuovo
disco è quasi pronto. Quando lo pubblicherai?
Andrew Bird:
Il disco è finito e dovrebbe uscire per l'inizio dell'anno prossimo.
Mescalina: Uscirà ancora per la Righteous Babe Records?
Andrew Bird:
In Europa verrà pubblicato dalla Fargo, mentre negli Stati Uniti probabilmente
rimarrò con la Righteous Babe.
Mescalina: Dicci come sei entrato in contatto con la Righteous.
So che hai fatto anche qualche data con Ani DiFranco …
Andrew Bird:
Sto per fare un tour con Ani e ho appena suonato sul suo nuovo disco.
L'ho incontrata solo qualche mese fa: mi hanno detto che aveva sentito
"Weather systems", che io ho registrato e fatto uscire da solo, le era
piaciuto e mi ha offerto di pubblicarlo come si deve.
Mescalina: "Weather systems" è diverso dal suono che avevi con
i Bowl of Fire, che era più basato sulla chitarra, anche se poi emergeva
comunque il tuo modo personale di avvicinarti alla canzone e di svilupparla
…
Andrew Bird:
Quando ho cominciato a scrivere canzoni, avevo bisogno di appoggiarmi
al passato, alla storia. A 22-23 anni, ascoltavo vecchi dischi jazz, country
blues, calypso, gypsy e opere da tre soldi, perciò è logico che i miei
primi dischi suonino in quella maniera. Comunque, non mi sono mai accontentato
di rifare il passato e piano piano ho cercato di rendere i miei arrangiamenti
strani e personali. I nostri concerti poi erano molto teatrali, carichi
di una grande energia rock'n'roll. Anche nel periodo della mia crescita,
quando suonavo musica classica, insistevo molto per improvvisare sulle
cadenze dei concerti. La mia idea era di mantenere in vita la tradizione,
ma senza farle troppe riverenze.
Poi, quando ho preso più confidenza con la scrittura, non ho più avuto
bisogno di questi stili. Volevo che la gente capisse che ogni parte della
canzone era opera mia: può sembrare arrogante, ma sono convinto di avere
ormai poco da imparare dai dischi e molto invece da apprendere ancora
da me stesso.
Mescalina: Infatti si possono trovare tante influenze nelle tue
canzoni, ma alla fine sei solo tu, è la tua voce … una cosa che mi chiedo,
che mi incuriosisce molto nell'ascoltare i tuoi dischi, è da dove proviene
questo tuo stile, come l'hai formato, con cosa l'hai nutrito …
Andrew Bird:
Per molto tempo ho ascoltato e suonato musica classica, ma l'ho fatto
a orecchio, senza mai seguire gli spartiti: sin dall'inizio ho imparato
a suonare quello che sentivo nella mia testa. Anche quando ero bambino,
mi è sempre piaciuto crearmi delle melodie e poi farci sopra degli esperimenti.
Mescalina: Hai studiato violino? Te lo chiedo perchè il tuo modo
di comporre e per i tuoi arrangiamenti …
Andrew Bird:
Sì, ho cominciato all'età di quattro anni e poi ho studiato al conservatorio.
Mescalina: La tua musica mi dà l'idea di qualcosa di americano
combinato con un modo più europeo, forse per il violino che ora orienta
di più il suono in questo disco, o forse per certe parti di musica classica,
o meglio da camera …
Andrew Bird:
Guarda, non so dirti e nemmeno m'importa da dove nasca, io non faccio
che sentire melodie e parole.
Mescalina: "Weather Systems" è stato registrato in una vecchia
fattoria adattata a studio: quel posto ti ha influenzato?
Andrew Bird:
Sì, è incantevole ed è così tranquillo qua. Pensa che d'estate si vedono
persino i temporali alzarsi sopra il Mississippi prima di dirigersi verso
la valle.
Mescalina: Vivi lì?
Andrew Bird:
Sì.
Mescalina: Beato te che ti puoi godere tanta pace … forse è per
questo che gli arrangiamenti sono più minimali adesso rispetto ai Bowl
of Fire? Quello che voglio chiederti è se è stata una scelta a priori
o se sono venuti così man mano sviluppavi le canzoni in questa specie
di ritiro bucolico …
Andrew Bird:
Un disco è così breve che non può contenere tutte le idee che vuoi esprimere,
così ho deciso di farne uno che non ci provasse nemmeno. Diciamo un disco
che si muove in modo più passivo, ma con dentro dello spazio per respirare.
Volevo anche che nelle canzoni fossero meno distrazioni: non si tratta
solo del violino e di una questione di stile, ma anche della melodia e
dei testi.
Mescalina:
Difatti il disco suona più privato: è per quello che è a tuo nome?
Andrew Bird:
No, solo non aveva più senso usare ancora il nome dei Bowl of Fire. Una
volta che si cambia, non si può più tornare indietro.
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