Giuseppe Righini In apnea
2011 - Interno 4 Records/NdA Press
#Giuseppe Righini#Italiana#Canzone d`autore #Pop #New Wave #Rock
La malia liquorosa della sua voce si diffonde tra groove di basso, percussioni trattate ed elettronica che danno dipendenza, tra un pop d’autore che incastona stelle leggere di glockenspiel e vibrafono, tra synths e linee di organo di chiarore astrale e sognante, tra atmosfere sospese di chitarre acustiche sghembe e glissati.
Trattenere il fiato per Righini sembra nuotare nella luce incerta e liquida di crescendo psichedelici (come nell’ottima Satellite), immergersi in orientalismi vibranti tra fili di tensione sparsi nei tocchi di armonium, fluttuare in una bossa nova sensuale (la title-track) o in solarità wilsoniane con falsetti carezzevoli (La luce del sole alle sei di pomeriggio), inabissarsi fra tenebre di basso ed e-bow (la cadenzata Non ho tempo, sogno notturno di eterna condivisione e sottile dubbio di distanza).
Un valzer space-rock sintetico e filtrato è l’avventura marina di Sul grande pendaglio, mentre intimo risuonare di echi vocali, alle strette con la verità dei sentimenti, che rende il tempo ritorno ciclico o puro affiancarsi di istanti e battiti, è Si qui ora, che le chitarre e i bassi accompagnano poi in una fuga nel pulsare dell’istinto.
Tra le righe dei testi (in cui i disegni a pagina intera di volti bianchi, grigi e rossi lasciano il campo, ora tutto bianco, a piccoli, realistici insetti), e nei diciassette racconti del progetto, si sente l’odore della fine di un amore, o di cambiamenti “rivoluzionari” della propria vita; si trovano naufragi interiori, immagini ironiche o visionarie, che da metafore si fanno concrezione, apparizione o poesia, prigioni di cose e addii improvvisi, lettere ideali post-mortem e storie il cui senso, spiazzante, è racchiuso in un finale fulminante.
Una menzione speciale merita l’acuminata I fiori di plastica sono per sempre, stato di quiete apparente che spalanca malinconie forse irresolubili.
Dopo le parole lette e cantate, la chiusura del libretto e del cd è affidata alla descrizione parlata di un momento in Kreuzberg sonata. La scrittura di Righini per musica e versi appare elegante e cangiante specchio di stati d’animo sfumati ed inquieti. In apnea.