live report
Ermal Meta Fossato del Castello, Barletta
Concerto del 20/08/2024
#Ermal Meta#Italiana#Pop canzone d`autore pop-rock #synth-pop
Che siamo padroni
Non solo dell’aria che riempie i polmoni
Ma di un futuro bellissimo
E non ricordiamo che siamo migliori
Di quello che dicono le previsioni
Fanculo ad ogni pronostico
Oggi non leggo l’oroscopo
La strada la decido io
Il concerto di Ermal Meta del 20 agosto a Barletta per l'Oversound Music Festival inizia con questo brano, La strada la decido io appunto, che apre anche il nuovo e quinto disco da solista Buona fortuna (Columbia/Sony), pubblicato a maggio e dedicato alla figlia Fortuna, poi nata il 19 giugno. L’avvio del live, che sfida quasi le previsioni del tempo (il giorno prima c’era stato un violento nubifragio), appare energico e catartico e ben rappresenta un disco che è un invito a superare le proprie paure (ad es. gli attacchi di panico menzionati sempre nello stesso pezzo) e a liberarsi dal peso degli errori del passato e delle aspettative proprie e altrui, concentrandosi sulla strada ancora da decidere e percorrere: “Fra passi sbagliati, carboni e diamanti / c’è ancora il tuo viaggio che adesso va avanti / che comunque va avanti / Non avere paura”, recita uno dei brani più incisivi e coinvolgenti del disco e del concerto, Ironica, che compatta il pubblico nella spinta di parole incoraggianti e liberatorie. Sembrerà infatti la chiusura di un cerchio che il concerto si concluderà nel secondo encore con una versione acustica di uno dei brani più intensi del nuovo lavoro, Oro e sale:
Ma non te ne accorgi che non puoi sopportare più
Il peso di ogni scelta sbagliata
Porta troppe cose la tua schiena
Non verranno a salvarci gli eroi
Puoi soltanto accettarlo se puoi
Questa è la vita, ti spara e non senti dolore
Che poi nel silenzio, lo senti, fa male
Ma vieni trafitto da un raggio di sole
Salvato da un raggio di sole
[…]
A cosa è servito fare del bene
Ma forse qualcosa
Qualcosa è da salvare
Queste parole suonano come un bilancio di vita, hanno il sapore delle consapevolezze conquistate e raccolgono i pensieri che sicuramente tanti adulti possono nutrire nelle loro inquietudini. D’altronde un altro brano che risulta insieme intimo e affascinante, L’unico pericolo, compone un ritratto efficace delle un-magnificent lives of adults, come le chiamavano i National in Mistaken for Strangers, di vite frenetiche che, tra i rituali e i ritmi serrati e meccanici del quotidiano, rischiano di essere piene di niente. Il valore in qualche modo generazionale di questi pezzi non rende però il live meno universale, visto che la carica e le emozioni di Ermal Meta travolgono un pubblico di tutte le età, dai bambini già con t-shirt e fascette a nonne entusiaste, passando per ragazzi al primo concerto o per i fan più fedeli.
Dopo le aperture acustiche affidate al tocco delicato e profondo del cantautore Pasquale Delle Foglie e a quello ironico, divertito e surreale della band dei Liorsi (che si presenta in questa occasione come duo), Ermal Meta ha scaldato d’altronde ben presto l’atmosfera con diversi brani molto ritmati e trascinanti, come Gravita con me (da Umano, 2016), Dall’alba al tramonto (da Non abbiamo armi, 2018), l’inno stadium all’uguaglianza Uno (da Tribù urbana, 2021), oppure ancora Straordinario, scritta con Gianni Pollex e presentata da Chiara Galiazzo a Sanremo 2015, ma ormai uno dei pezzi più amati dai fan di Ermal, con il suo ritornello anche questo liberatorio e aggregante (lo si può ascoltare anche in Non abbiamo armi – Il concerto, 2019). Molto apprezzato dal pubblico anche il singolo quasi latin-pop Mediterraneo, anche questa a firma Meta/Pollex. Non potevano mancare poi pezzi sanremesi come Non mi avete fatto niente (1° posto a Sanremo 2018, in coppia con Fabrizio Moro), Un milione di cose da dirti (3° posto a Sanremo 2021) e Vietato morire (Premio della Critica e 3° posto a Sanremo 2017), che in questa occasione è dedicata all’Associazione di Promozione Sociale Sud Est Donne, tra i destinatari dei fondi della fondazione Una. Nessuna. Centomila, poiché aiuta, tra le altre cose, le donne vittime di violenza a ricostruire concretamente la loro vita e autonomia. La canzone si chiude opportunamente con una piccola citazione di un altro brano sulle violenze domestiche vissute in famiglia, Lettera a mio padre.
Già molto applaudite a Sanremo erano state anche due delle cover acustiche che adornano con i loro ricami struggenti ed essenziali il primo encore, ovvero una coppia di commossi brani (anche) di migrazione, Amara terra mia di Domenico Modugno, tramata di acuti celestiali e ricchi di pathos, che incantano ed emozionano (ma anche con una strofa esilarante improvvisata al momento sulla mancanza di memoria, dopo che un “Bravo” del pubblico aveva distratto Ermal dal testo), e Caruso di Lucio Dalla, anche questa interpretata con un’intensità palpabile. La terza cover è un altro brano che Meta canta spesso e che al Primo Maggio 2024 da lui condotto, cantata sotto la pioggia, riportò poi letteralmente il sereno in un piccolo “miracolo” musicale, ovvero la drammatica Hallelujah di Leonard Cohen (ma è chiaro che il cantautore guardi da sempre soprattutto alla celeberrima interpretazione del compianto Jeff Buckley). C’è spazio anche per un omaggio voce e chitarra alla sua ex-band La Fame di Camilla con la dolce Niente che ti assomigli (da L’attesa, 2012). Sarebbe d’altronde molto interessante se il cantautore in futuro approfondisse proprio la dimensione acustica, mettendo a nudo le sue emozioni e la potenza accorata della sua voce in un disco minimale, oppure pubblicasse un disco con orchestra, dopo esperienze come il tour con Gnu Quartet, oppure altri concerti con l’Orchestra della Magna Grecia al MediTa nel 2023, o quella Sinfonica di Sanremo (con cui ha cantato lo scorso 9 agosto; il 27 settembre si esibirà anche con l’Orchestra Sinfonica Naonis a Conegliano).
Picchi emozionali, intanto, si sono toccati in questo concerto anche con la malinconica Le luci di Roma, la “lezione d’amore” “imparata bene” della nostalgica A parte te e due canzoni in versione studio sono duetti, un brano molto noto come la delicata Piccola anima (già interpretata con Elisa) e Io e te, che su disco comprende anche pennellate a colori caldi della voce di Levante.
Insomma, tornato a Barletta dove da ultimo si era esibito nel 2010 con la Fame di Camilla, Ermal Meta (voce e chitarre) con la sua band (Emiliano Bassi alla batteria, Dino Rubini al basso, Simone Pavia e Andrea Vigentini alle chitarre, Roberto Pace alle tastiere) ha donato agli spettatori un concerto in cui ha dimostrato una volta in più la sua generosità e semplicità nello spendersi sul palco, l’empatia e lo stretto legame creato con il pubblico, la poliedricità di una voce che sa essere incisiva, toccare vette sublimi di pathos, cullare in una bolla avvolgente e rassicurante, quella di un sogno "pure mezzo distrutto" da poter ancora inseguire. A catturare una platea variegata sono stati ingredienti dosati e calibrati sapientemente, come la base ritmica che ha intessuto con cura ritmi differenti, dalle ballate a pezzi ballabili o in cui saltare all’unisono, un cantautorato pop che offre uno sguardo sottile e acuto sulle emozioni, chitarre chirurgiche, tastiere d’atmosfera e in generale una preziosa alchimia tra i musicisti sul palco, in piena sintonia. Un grande successo per un’anima bella che si sveste di ogni maschera per trovare la sua voce più autentica, pura e nuda, tra le note.