The Winstons Smith
2019 - Tarmac / Sony
“Winston Smith è il nome del protagonista di 1984. Ed è anche un gioco di pronuncia sul Mito dei The Winstons: "The Winston's Myth". Ma questi son solo inutili dettagli. Il metodo per fare le cose è quello di non pensare troppo […] e il rapporto umano è l'unica preziosa scuola compositiva. Alcuni definiscono questa attitudine Rock'n Roll. Altri semplicemente vita".
Così i nostri raccontano l’origine del titolo. E in effetti non c’è traccia della cupezza del distopico capolavoro di George Orwell. Smith è un brioso e scanzonato viaggio nel tempo e nello spazio, condotto con gran maestria.
Già il singolo Impotence, con la collaborazione di Richard Sinclair, riporta alla scena di Canterbury, ad un periodo seminale in cui per certi versi esprimersi artisticamente era più semplice.
La prima traccia Mokumokurwen si muove tra post – punk e psichedelica, per poi fluire nell’inizio di Ghost Town senza soluzione di continuità. Una Ghost Town che potrebbe essere un Hotel California, ma che lascia via d’uscita.
Around The Boat spiazza per la dolcezza del cantato e il suo essere ariosa e trasognata. Tamarind Smile / Apple Pie innerva di elettricità lo spirito di Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band e Twist and Shout, con un continuo saliscendi sulle tastiere.
Il punto forte del disco è questo riecheggiare il passato con uno sguardo personale e sornionamente divertito, come dimostra il divertissement in greco di Sintagma. A Man Happier Than You vede il contributo di Mick Harvey (Bad Seeds, PJ Harvey) e ricorda le atmosfere di Jealous Guy John Lennon. Rocket Belt con Nic Cester chiude Smith, una granata roc’n’roll, che oltre a essere una gioia per le orecchie fa venire voglia di scatenarsi in pista.
“Il Primo precetto del Vangelo secondo Wyatt dice ‹‹senza l’amicizia non esiste un fuoco caldo a cui accoccolarsi››. E lui fece in modo di dare l’esempio al suo verbo fondando i Wilde Flowers negli anni Sessanta. C’erano altri amici, altre anime candide, con cui incisero un pugno di canzoni.”
Quasi in omaggio a Robert Wyatt, il disco è così ricco di collaborazioni da diventare in qualche modo una celebrazione dell’amicizia e quindi non possono mancare Rodrigo D’Erasmo (violino in Around The Boat), Federico Pierantoni (tromba in Tamarind Smile / Apple Pie) e Tommaso Colliva, quest’ultimo nelle vesti di produttore. E così Smith diventa una vera festa, inno alla bellezza e agli amici.