Pinguini Tattici Nucleari Hello World
2024 - EpicSony Music Italy
E fu così che i Pinguini Tattici Nucleari commisero di nuovo il peccato originale, per una certa parte di critica: essere talmente diretti, popolari, schietti, da fare pensare ad alcuni malpensanti di essere costruiti, di voler essere piacioni, ecumenici e quindi mirare al profitto, per intercettare il maggior pubblico possibile. Poi, c'è un'altra parte di persone che approva incondizionatamente tutto quello che fanno, inclusa una scelta bulimica di brani (quindici, per la precisione), un ventaglio di tematiche onnicomprensive e ogni genere musicale possibile.
Ma forse è meglio scegliere la sana via di mezzo: e dire che questo sesto disco della band bergamasca non è sicuramente studiato a tavolino, ma nemmeno frutto di un'accurata selezione, con un pensiero alla resa live di tutti i brani; che stimola alcune rilfessioni importanti, pur in un impianto dichiaratamente pop; che intende trasmettere la visione di una fase della vita (la famigerata fine dei vent'anni cantata da Motta nel 2016) in cui si trovano i componenti della band, anche se loro sono tutti consapevoli che buona parte del loro pubblico è più giovane.
Disco contraddittorio, quindi? Non nel senso negativo, comunque. Se Guccini in Eskimo cantava "A vent'anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell'età", i Pinguini sono la dimostrazione che adesso i trent'anni are the new venti, e si può ancora "avere tutto per possibilità", affrontando nodi non sciolti, problemi irrisolti, separazioni, lutti e solitudini quotidiane (Your Dog, Amaro, Islanda), e far capire che non sono soli ai ragazzi che li ascoltano, magari un po' confusi e spaventati, perché non sanno come risolvere il senso della vita. Non che il gruppo voglia ergersi a maitre à penser dei Millennials, né che abbia slogan motivazionali da video di due minuti su un social, tantomeno che abbia tutte le risposte pronte; anzi, è sincero ed efficace proprio perché non ne ha nemmeno una, e tuttavia non rinuncia ad amare la vita (e qui, è imprescindibile il confronto con i Coldplay e il loro inno del 2008).
Ed ecco che anche il problema del Burn Out del VIP, che non riesce a gestire il successo, viene trattato senza retorica, riconducendolo a un minimo comune denominatore, ossia la difficoltà del mestiere di vivere, che non allontana il pubblico, ma semmai il contrario: "C'è chi dice "C’est la vie", qualcuno "Let it be" / Io preferisco "Che te devo dì" / È che siamo diventati troppo cinici / Abbiamo il cuore in PVC". Oppure, il delicato tema del consenso è trattato, in Piccola Volpe, con la poesia di una fiaba di Esopo, raccontata (finalmente!) da una voce maschile, e in cui una gabbia o un anello diventano simboli di controllo. Ancora, nella storia del femminicidio di Giulia Tramontano, in Migliore, si sceglie il punto di vista del bambino che la donna portava in grembo, quando fu uccisa dal compagno, e vi trova posto una citazione di Umberto Saba: "Mostri le ferite che nascondi tra la pelle, sono trentasette / Sei la rima "fiore-amore", la più difficile che ci sia". A riprova che il citazionismo tanto praticato nei testi dei Pinguini ha un senso, e non è puro divertissement fine a se stesso.
Il tutto, con un impianto melodico dichiaratamente pop, poliedrico, ma di classe, con aspirazioni cantautorali; tutti i testi, molto meno autoreferenziali di quelli dei dischi precedenti, sono firmati dal front man e voce Riccardo Zanotti, con Marco Paganelli e Giorgio Pesenti, ma è indiscutibile l'apporto complessivo degli altri componenti il gruppo, ossia Elio Biffi (tastiere), Nicola Buttafuoco (chitarra), Matteo Locati (batteria), Simone Pagani (basso) e Lorenzo Pasini (chitarra). Amici di lunga data, musicisti impegnati anche in altre formazioni, provenienti dallo stesso contesto bergamasco, fortemente connotato dal punto di vista sociale ed economico, che ispira buona parte dei brani.
Una garanzia di autenticità, che forse non farà ottenere loro la Targa Tenco, evocata in Burn Out, ma che sicuramente coinvolge il pubblico, com'è testimoniato dal successo anche del prossimo tour negli stadi e dagli appuntamenti instore che sono in corso: Lunedì 9/12 MILANO – Mondadori di piazza del Duomo, ore 20.00 - Martedì 10/12 BOLOGNA – Feltrinelli c/o Salaborse, Piazza del Netturo 3, ore 20.30 - Mercoledì 11/12 VENEZIA - CC Nave De Vero, Via Pietro Arduino 20, ore 17.00 - Giovedì 12/12 NOLA (NA) - CC Vulcano Buono, Via Boscofangone, ore 17.30 - Sabato 14/12 FIRENZE - Galleria Del Disco c/o Le Murate Caffè Letterario, Piazza delle Murate ore 17.00.
Queste invece le date del tour:
7 giugno 2025 - Reggio Emilia - RCF Arena (Campovolo)
10 giugno 2025 - Milano - STADIO SAN SIRO
11 giugno 2025 - Milano - STADIO SAN SIRO
14 giugno 2025 - Treviso - ARENA DELLA MARCA
17 giugno 2025 - Torino - STADIO OLIMPICO GRANDE TORINO
21 giugno 2025 - Ancona - STADIO DEL CONERO
25 giugno 2025 - Firenze - VISARNO ARENA
28 giugno 2025 - Napoli - STADIO DIEGO ARMANDO MARADONA
4 luglio 2025 - Roma - STADIO OLIMPICO
Prevendite già disponibili QUI.
Perché è nella dimensione live che i Pinguini Tattici Nucleari realizzano quanto già notato nell'ormai lontano 2018, in un concerto ai Magazzini Generali di cui abbiamo scritto qui: "la tenuta musicale supera la prova, restituendoci, alla fine del live, una bella sensazione di leggerezza e profondità insieme. Mica poco, in questi tempi."
Mica poco, nemmeno questo Hello World.