Paolo Ronchetti Cose da fare
2024 - Delta Records and Promotion
Michele Anelli e di Taketo Gohara al missaggio.
Cose da fare, quasi il riassunto del leitmotiv della vita dell’autore, è un disco partecipato, che arriva dopo tanto suonare in giro, ad esempio con gli Uncle's Nephew e i Tom the Cat (omaggio e Tom Waits). Troviamo sempre al suo fianco Gianmario Cirocco (basso), Pietro Girgenti (batteria), Gabriele Paludetto (chitarre acustiche e cori, è il nipote con cui suona nei già menzionati Uncle's Nephew) e Roberto Rossi (chitarre elettriche). Ma non solo. Il suono del disco è stratificato, mescola Patti Smith, i Clash, Tom Waits, Joni Mitchell, David Sylvian, Enzo Jannacci e Roberto Vecchioni (solo per citare alcuni spunti) con tanta armonia e personalità che il risultato è unico e niente affatto derivativo.
E questo avviene, tanto per dire, anche per la presenza del sax baritono di Luigi Napolitano che rende Indifferentemente, morbidamente malinconica tra jazz e blues. Sara Rapino, Giulia Melgrati e Laura Ceriotti con le voci portano garbo e gioia nel singolo Cosa devo fare (che abbiamo avuto il piacere di presentarvi in anteprima) e in Vedi come passa il tempo.
Laura Ceriotti duetta con Paolo ne L’amore è una focaccia calda, un brano terreo, contadino nella sua semplicità, ricco di significato. Ausonio Calò e Marco Piccirillo portano in Donna sax soprano e contrabbasso, donando sintomatico mistero a un testo quasi sciamanico, nato da una conversazione con l’amica di sempre Alberta Cesaris. Padrone rielabora una poesia di Annalisa La Porta, e ritroviamo il sax baritono di Luigi Napolitano, che stavolta strappa l’animo lacerato che si autoaccusa nel testo.
Anche se come calendario siamo fuori tempo massimo, non può mancare Adoro le canzoni di Natale, con Davide Merlino (vibrafono e toy instruments) e Roberto Di Musso (contrabbasso). Un brano che ha tanto di autobiografico, che, senza melassa, rende l’essenza della festività.
Cose da fare è un concentrato di vita, nei suoi bassi e nei suoi alti, di amore e di amicizia: fatevi il regalo di ascoltarlo.
Cólto. Nel senso etimologico del termine, di participio passato del verbo coltivare. Perché l’animo di Paolo Ronchetti, che straborda da ogni nota e parola di Cose da fare, è coltivato dalla bellezza che coglie in ogni dove, soprattutto nella sua amatissima Milano, dalla musica e dal cinema che divora, dai libri, dal contatto con i “suoi” ragazzi. Perché prima ancora che musicista, Paolo Ronchetti è educatore, non “fa” l’educatore. Il suo essere curioso e non giudicante trasuda da ogni nota di questo esordio, arrivato dopo la soglia dei sessantadue anni, in cui si è avvalso della produzione di Cose da fare, quasi il riassunto del leitmotiv della vita dell’autore, è un disco partecipato, che arriva dopo tanto suonare in giro, ad esempio con gli Uncle's Nephew e i Tom the Cat (omaggio e Tom Waits). Troviamo sempre al suo fianco Gianmario Cirocco (basso), Pietro Girgenti (batteria), Gabriele Paludetto (chitarre acustiche e cori, è il nipote con cui suona nei già menzionati Uncle's Nephew) e Roberto Rossi (chitarre elettriche). Ma non solo. Il suono del disco è stratificato, mescola Patti Smith, i Clash, Tom Waits, Joni Mitchell, David Sylvian, Enzo Jannacci e Roberto Vecchioni (solo per citare alcuni spunti) con tanta armonia e personalità che il risultato è unico e niente affatto derivativo.
E questo avviene, tanto per dire, anche per la presenza del sax baritono di Luigi Napolitano che rende Indifferentemente, morbidamente malinconica tra jazz e blues. Sara Rapino, Giulia Melgrati e Laura Ceriotti con le voci portano garbo e gioia nel singolo Cosa devo fare (che abbiamo avuto il piacere di presentarvi in anteprima) e in Vedi come passa il tempo.
Laura Ceriotti duetta con Paolo ne L’amore è una focaccia calda, un brano terreo, contadino nella sua semplicità, ricco di significato. Ausonio Calò e Marco Piccirillo portano in Donna sax soprano e contrabbasso, donando sintomatico mistero a un testo quasi sciamanico, nato da una conversazione con l’amica di sempre Alberta Cesaris. Padrone rielabora una poesia di Annalisa La Porta, e ritroviamo il sax baritono di Luigi Napolitano, che stavolta strappa l’animo lacerato che si autoaccusa nel testo.
Anche se come calendario siamo fuori tempo massimo, non può mancare Adoro le canzoni di Natale, con Davide Merlino (vibrafono e toy instruments) e Roberto Di Musso (contrabbasso). Un brano che ha tanto di autobiografico, che, senza melassa, rende l’essenza della festività.
Cose da fare è un concentrato di vita, nei suoi bassi e nei suoi alti, di amore e di amicizia: fatevi il regalo di ascoltarlo.