The Clash - Strummer Jones Simonon Headon THE CLASH La straordinaria storia dei Clash raccontata dai Clash
Musica | Biografie
07/03/2015 di Arianna Marsico
Si scopre che anche il look, oltre alla musica, poteva diventare una modalità di auto - affermazione (Joe Strummer racconta uno dei motivi per cui accettò la proposta di Bernie Rhodes di entrare nel gruppo: “era per via del loro look, più di ogni altra cosa. Si vedeva il mondo nuovo”). Si scopre che la strada da Brixton alla Giamaica in fondo poi non è così lunga, basta saperla cercare, ed ascoltare. Eh sì, perché uno dei grandi meriti dei Clash è quello di aver irrorato il punk di reggae, salvandolo dall’autodistruzione (No future non è stato solo un titolo di una canzone…)… nonostante abbiano iniziato senza un soldo e senza saper suonare. A parte Topper, che aveva già una buona tecnica ma che racconta: “Io non ero un grande batterista fino a quando non sono entrato nei Clash. Ero un buon batterista, avevo talento e tutto, ma non ero potente. Quando sono entrato a far parte dei Clash ho dovuto reimparare ogni cosa. E insieme ci siamo evoluti, la nostra intesa, o come vuoi chiamarla, ci ha fatto assumere la nostra statura musicale”.
Il libro si apre con uno spazio lasciato a ciascuno dei quattro componenti. Ognuno racconta la propria vita dall’infanzia fino all’’ingresso nella band. Poi il racconto da individuale si fa corale. E c’è tutto: l’effervescenza della scena punk esplosa grazie ai Sex Pistols , la vita nelle case occupate, i miglioramenti di Paul al basso, l’abilità di arrangiatore di Mick, la consapevolezza sociale di Joe, la potenza della batteria di Topper, le bottiglie e gli sputi lanciati sul palco. Finire un concerto all’epoca non era un’impresa semplice, tra spettatori irruenti ed irruzioni delle forze dell’ordine.
Purtroppo ci sono anche l’invadenza di Rhodes e la tossicodipendenza di Topper, quest’ultima autentica miccia della disgregazione del gruppo. Una band è un’alchimia non sempre facile da replicare con diversi componenti. Così nel 1986 la fiaba arriva al capitolo finale.
Ma non prima di aver lasciato voglia di ribellione e consapevolezza sociale in chiunque li abbia ascoltati… perché ognuno può trovare dentro di sé le ragioni per diventare un White riot…