Se il secondo e il terzo disco di Gino De Crescenzo in arte Pacifico possono essere considerati rispettivamente gli album di conferma e di consolidamento, il suo quarto lavoro appare fin dal primo ascolto quello dell’eccellenza. “Dentro ogni casa”, il primo album per Sugar, sembra recuperare i vuoti per pianoforte del disco più cantautorale e drammatico del cantautore milanese, “Musica leggera”, ma essi diventano la base d’appoggio di arrangiamenti che mescolano l’elettronica ad una dimensione sonora più “classica” in un disco molto suonato, tra gli archi del Quartetto Edodea, il wurlitzer di Vittorio Cosma, le chitarre di Silvio Masanotti. Niente suona “finto” in questo cd, ma i suoni appaiono sempre pieni, curati, levigati, quasi “coltivati” dalla sensibilità di De Crescenzo, la quale non è più solo immaginifica o intimista, ma rafforza in questo lavoro la sua vena narrativa-cinematografica, evocando storie e vite attraverso scene e dettagli, oggetti concreti e metafore. Con la finezza unica di una penna delicata e commovente, tanto quanto una voce che è un’onda che dispiega con eleganza e misura le sfumature agrodolci della passione adulta e delle fragilità consapevoli. “Dentro ogni casa” si presenta come un disco di fotografie di interni frantumati in piccole cose disperse, elencate quasi alla maniera di Neruda, e di esterni surreali, stralci di quotidianità metropolitana e naturale, che diventano leggibili e tangibili traduzioni di stati d’animo come in “Lento”, che si apre ad un crescendo emozionale magnifico, o in singolo ideale come “Dove comincia tutto” (con gli additional strings del Solis String Quartet). Le emozioni continuano d’altronde nelle canzoni di Pacifico a riflettersi nelle stagioni: così dopo “Gli occhi al cielo” e “A poche ore”, ecco il duetto con la sorprendente voce di Malika Ayane “Verrà l’estate”, che sfodera una malinconica linea di chitarra elettrica nel ritornello e l’ennesimo struggente pianoforte del cd, ma anche i brividi del temporale di “Sembri una foglia”, che inscrive le fragilità del corpo e dell’animo in trame acustiche sostenute dal contrabbasso di Ferruccio Spinetti. Nel disco, prodotto e arrangiato da Roberto Vernetti e Vittorio Cosma, c’è un pathos discreto e diffuso, sparso come polvere di stelle a brillare di brividi in brani come “Senza respirare”, breve, appassionata fantasia amorosa, pausa onirica e sospesa dopo la coppia di canzoni composta da “Nel fuoco acceso del cuore”, cadenzata love ballad per chitarre ed archi ad alto tasso di lirismo, e il singolo “Tu che sei parte di me”, con l’impronta vocale di Gianna Nannini, inno all’amore come completamento e sfida a superare la paura del futuro. Ma di questo lavoro, sebbene il romanticismo sia intrinseco spesso alla sensibilità dell’artista e aleggi come una leggera nebbia di profumi inebrianti, l’amore non è l’unico argomento. “Un ragazzo” è il racconto di una morte inconcepibile, narrata con la levità drammatica del ritmo tipica del De Gregori di brani come la trilogia del Titanic; “Spiccioli” tra un piano delizioso, la chitarra di Amedeo Pace (Blonde Redhead) e la coda strumentale della Zagred Cinema Orchestra raccoglie schegge di parole (in una sintassi franta che isola immagini ed azioni) e schegge di suoni, che “ronzano” e si gonfiano in una sinfonia piccola e “perentoriamente” spettrale, brano minore forse del lavoro, ma esempio evidente della cura dei dettagli sonori e testuali dell’intero disco. Chiude il cd la sospirosa e struggente “Dentro ogni casa”, che racchiude nel cerchio dei cori, del piano e dei fiati ancora oggetti dimenticati e impressioni di città, e dissemina/riunisce scampoli di conversazioni comuni attraverso le voci recitanti di Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Massimiliano Speziani e grazie alla sonorizzazione della Barlumen. E’ la conclusione ideale di un disco magnifico che ascolta “sopra i tetti / milioni di pensieri in volo”, le voci delle cose e la “cosalità” delle voci di dentro. Dentro ogni casa.