My Morning Jacket Okonokos
2006 - Ato / RCA
A seguito del tour hanno pubblicato questo doppio cd dal vivo, uscito anche in dvd sotto forma di un film concerto ambientato in una foresta, che conferma lo stato di forma della band: sul palco la loro attitudine pop prende una forma concreta e le canzoni vengono innalzate ad un livello superiore rispetto a quanto fatto in studio.
Il balzo in avanti è evidente ed emerge ancora di più la libertà con cui suonano Jim James e compagni, che tra l’altro dimostrano una spiccata autoironia impostando il booklet con un necrologio per ciascun membro della band: al di là della dichiarata fusione di country-rock, space, industrial, prog e indie-rock, ciò che stupisce è come i My Morning Jacket riescono a mettere a fuoco una formula tanto scintillante creandosi un’identità che è allo stesso tempo moderna e tradizionalista.
Per gli slanci strumentali e per gli assoli a mo’ di saga progressive, ma anche per un gusto sonoro-visuale vagamente psichedelico, i My Morning Jacket attingono agli anni ’70 e lo fanno senza alcuna nostalgia: il loro è un suono fulgido che punta a stare sulla cresta dell’onda con abbondante uso di tastiere, riverberi e falsetti. A differenza di altre band contemporanee, come i Gomez per esempio, non zigzagano da un genere all’altro, ma avanzano dritti in equilibrio su un’energica base rock.
“Okonokos” è la prova definitiva di questa sfavillante capacità che sin dall’inziale “Wordless chorus” gode del canto di Jim James, pronto a spiegare le vele anche quando i battiti della ritmica vengono aumentati con spinte di forte attualità.
La scaletta del primo cd è una serie di sussulti che tra gli scatti ritmici di “It beats 4 U” e i crescendi esaltanti di “One big holiday” porta alla fragorosa accoppiata di “What a wonderful man” e “Off the record”. Le ultime due tracce invece, soprattutto la conclusiva “Lay low”, con le loro dilatazioni introducono al secondo cd più centrato su pezzi ridondanti che sono il vero marchio di fabbrica della band: “Dondante” e “Run thru” esaltano questa dimensione epica che estende ulteriormente le durate delle canzoni fino a creare degli squarci orchestrati di grande drammaticità. Arpeggi immaginifici e sbotti rock sono protagonisti tanto quanto i fischi delle chitarre, i ricami della steel e l’intervento di un sax.
I My Morning Jacket sono dei folletti che hanno il coraggio di riportare una vitalità colorata e fantasiosa in quel bosco rinsecchito che è l’ambiente musicale di oggi.
Il loro “Okonokos” merita di stare a fianco del live dei Wilco, “Kicking television”. E chissà che alla prossima non riescano a colpire con lo stesso magico vigore anche in studio.