Marlene Kuntz Karma Clima
2022 - Al-Kemi Records / Ala Bianca; distrib. Warner Music Italy / FUGA
tour. Se ne trova conferma leggendo le note con cui presenta ogni singola traccia dell’ultimo lavoro, che fanno emergere prepotentemente i temi portanti. L’ambiente certo, la sostenibilità climatica del nostro modo di vivere. Ma anche la voglia di fuggire ed estraniarsi da una realtà ormai liquida per immergersi nella natura. “In netta contrapposizione con la dimensione spaziale del cielo sempre più vicino e delle linee frastagliate dei monti a delineare l'orizzonte, in questo pezzo il desiderio di fuga e estraniazione viene inseguito attraverso un viaggio surreale negli anfratti della terra.” Così il cantautore descrive Tutto tace, che non a caso, prima di aprirsi a cori tra l’estatico e il supplichevole, ha un attacco che quasi fa pensare a Karmacoma dei Massive Attack. E nella successiva Lacrima infatti, in un sincopato monito a non distruggere la bellezza della Natura, appaiono i sintetizzatori analogici. Questo perché i Marlene vogliono offrirci nuove visuali oltre il muro sonico e le ballate languide alla Nick Cave a cui ci hanno indissolubilmente legati in questi anni. Uno sguardo nuovo e più consapevole sul mondo non può non richiedere anche qualcosa di differente nella veste sonora.
“Dimentica con me/Anche la pietà/Ci meritiamo un giorno unico” è ciò che si augura la coppia protagonista di Bastasse, per spegnere un attimo i cattivi pensieri sul futuro. Ma se il brano inizia cullante, le inquietudini sull’ambiente piano piano increspano tale serenità, la voce di Godano finisce con il caricarsi delle loro preoccupazioni (“Bastasse quello che/C'è ora fra di noi/ Per impedire che/ Per еvitare a noi/ Per toglierli dai guai/ Pеr non temere poi”), in un finale incendiario che poco ha di catarsi quanto di desolazione.
Laica preghiera, con Elisa, è un dialogo con la Musa, che viene pregata di mettere in contatto con gli Dei l’io narrante. È un brano lento, maestoso, a cui il contributo della cantante friulana aggiunge un tocco mistico, e doloroso assieme. “Qui su queste alture/C'è il regno della transizione/È scorgere un altrove/Ti allontana dalle brutture/Ma tanto hai l'afflizione che devi raccontare” proferisce diafana.
Il singolo Vita su Marte viaggia tra il caustico e l’apocalittico, preconizzando un futuro in cui un’élite si rifugi sul pianeta rosso per sfuggire dal disastro climatico.
L'aria era l'anima è l’ultimo monito con cui la band ci lascia. Godano la descrive: “Se l'innalzamento ci sarà le città costiere subiranno una invasione irrimediabile e diventeranno spettrali presenze inservibili, e questa canzone, con un escamotage narrativo funzionale, prova a suscitare delle forti emozioni nell'immaginare il disastro che sarebbe una evenienza simile”. Però le voci di bambini che fanno capolino sulla parte finale di questa ballad delicata ed essenziale fanno sperare, nonostante si vogliono evitare facili ottimismi, che forse non tutto è perduto. Ma tempo da perdere non ce n’è.
Che Karma Clima fosse un disco particolarmente caro ai Marlene Kuntz lo si poteva intuire già dall’accoramento con cui Cristiano Godano ne presentava i brani durante la recente data romana del “Dimentica con me/Anche la pietà/Ci meritiamo un giorno unico” è ciò che si augura la coppia protagonista di Bastasse, per spegnere un attimo i cattivi pensieri sul futuro. Ma se il brano inizia cullante, le inquietudini sull’ambiente piano piano increspano tale serenità, la voce di Godano finisce con il caricarsi delle loro preoccupazioni (“Bastasse quello che/C'è ora fra di noi/ Per impedire che/ Per еvitare a noi/ Per toglierli dai guai/ Pеr non temere poi”), in un finale incendiario che poco ha di catarsi quanto di desolazione.
Laica preghiera, con Elisa, è un dialogo con la Musa, che viene pregata di mettere in contatto con gli Dei l’io narrante. È un brano lento, maestoso, a cui il contributo della cantante friulana aggiunge un tocco mistico, e doloroso assieme. “Qui su queste alture/C'è il regno della transizione/È scorgere un altrove/Ti allontana dalle brutture/Ma tanto hai l'afflizione che devi raccontare” proferisce diafana.
Il singolo Vita su Marte viaggia tra il caustico e l’apocalittico, preconizzando un futuro in cui un’élite si rifugi sul pianeta rosso per sfuggire dal disastro climatico.
L'aria era l'anima è l’ultimo monito con cui la band ci lascia. Godano la descrive: “Se l'innalzamento ci sarà le città costiere subiranno una invasione irrimediabile e diventeranno spettrali presenze inservibili, e questa canzone, con un escamotage narrativo funzionale, prova a suscitare delle forti emozioni nell'immaginare il disastro che sarebbe una evenienza simile”. Però le voci di bambini che fanno capolino sulla parte finale di questa ballad delicata ed essenziale fanno sperare, nonostante si vogliono evitare facili ottimismi, che forse non tutto è perduto. Ma tempo da perdere non ce n’è.