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Marlene Kuntz Karma Clima: il mondo brucia, e noi?
Le istanze dei Marlene Kuntz nel documentario di Michele Piazza presentato in anteprima mondiale durante l'ultima edizione Trento Film Festival.
Karma Clima, l'ultimo album dei Marlene Kuntz, è diventato un documentario girato da Michele Piazza, prodotto da Flash Future e Ala Bianca, e presentato in anteprima mondiale nella categoria “Proiezioni Speciali” al Trento Film Festival appena concluso. Noto per le sue installazioni audiovisive esposte al Museo Muse di Trento e alla Biennale di Venezia, Michele Piazza esercita in parallelo la professione di fotografo in ambito artistico e musicale ed ha potuto seguire la band di Cuneo durante tutta la lavorazione del disco.
Karma Clima è stato interamente registrato in tre piccole località del cuneese riqualificate nel rispetto assoluto dell'ambiente circostante e rappresentanti esemplari di uno stile di vita eco-sostenibile: Ostana, Piozzo e Borgata Paraloup nel comune di Rittana.
Le tre comunità ospitano delle vere e proprie residenze artistiche, dove è possibile creare in assoluta tranquillità interagendo allo stesso tempo con gli abitanti del luogo che hanno ripreso a vivere in sintonia con il ciclo della natura. La scelta di questi luoghi non è casuale: lì i Marlene Kuntz hanno le radici e nel registrare l'album hanno preso una netta posizione riguardo al riscaldamento climatico e ai numerosi problemi del pianeta partendo dai posti a loro più cari.
La bellezza della musica creata dalla band accompagna gli spettatori durante la visione del documentario e nello stesso tempo è una colonna sonora struggente a corollario dei cambiamenti climatici di cui purtroppo subiamo le conseguenze.
Piazza ha avuto modo di portare su schermo le emozioni suscitate dal paesaggio e descritte nei testi di Cristiano Godano, partendo da dettagli concreti fino ad arrivare all'afflato mistico che solo sulla cima del Monviso si può comprendere fino in fondo.
Avvalendosi di diverse tecniche, che includono anche l'alternarsi di riprese in bianco e nero con riprese a colori, il regista dipinge dei veri e propri quadri di particolare intensità espressiva. Ne risultano dei ritratti umani che comprendono oltre ai membri della band anche gli abitanti del luogo, le loro istanze e le loro scelte di vita, alleggerendo il tutto con piacevoli momenti di gioco e frammenti quotidiani che permettono a chi guarda di divenire parte della stessa dimensione.
Si ha la sensazione di essere ospiti graditi ed il processo creativo del disco, comprese le sue parti più tecniche, incuriosisce durante la visione: in questo modo Michele Piazza ci fa conoscere uno spaccato piccolo, ma tenace di resistenza sul territorio nazionale e ci fa rendere conto dell'importanza sia dell'ultimo album dei Marlene Kuntz che del suo argomento.