Musica per un incendio<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Mario Castelnuovo Musica per un incendio

2014 - Egea Music

06/05/2014 di Mario Bonanno

#Mario Castelnuovo#Italiana#Canzone d`autore

Flash-forward: Musica per un incendio divampa della stessa sostanza di cui divampano certi crepuscoli viola-sangue dalla fine del mondo. E’ un disco potente, sbilanciato tra inferni e paradisi, cose serie e altre affatto, partitura accesa  di un canta-poeta che affresca uomini e storie con le parole. Tenetevi forte che faccio qualche esempio: “Ora è per sempre, per sempre è solo ora/ diglielo ai devoti dell’eterno/ ed è un miocardio piantato sulle scale/ il tuo tacco alla francese” (Annie Lamour); “E’ ho piantato dei fiori come l’artificiere/ che posa le sue mine e aspetta l’esplosione (…) E ho visto un piccione girare intorno al campanile/ e avvolgerlo come il velo di una vedova” (Mandami a dire); “E se ti guardo così/ quando sei nuda e devota, blasfema e fantastica/ non posso poi credere che tu non sia/ un pensiero di Dio” (Fessure di cielo); “Ma i vecchi, solo i vecchi sanno come si scende giù dal cielo/ come si plana a terra o si va giù di scatto/ perché un vecchio non è un bambino e non è un uomo/ è un aquilone rotto” (Santa Maria delle caramelle)”.  Potrei portarla ancora  più alle lunghe ma ho da dirvi anche della voce di Mario Castelnuovo, una voce di quelle buone per riverniciare il cielo di tinte temporale o arcobaleno, a seconda di caso e necessità. Oppure infervorarvi l’anima, se siete tra quelli che ancora cedono alle  malie della canzone d’autore. 

Flash-back (a uso & consumo delle memorie corte).  Quando Mario Castelnuovo stralunò Sanremo coi suoi fili di canapa (1982) e poi lo innamorò con Nina (1984) andavo ancora a scuola e rosicavo, non tanto perché piaceva un sacco alle ragazze quanto per la sua stra-ordinaria capacità di ordire trame irresistibili per musica e parole (chiamatemi scemo!), musiche per un incendio già da allora.  Canzoni sbieche, canzoni fuori coro, fuori fuoco, nel senso di in-inquadrabili se non a prezzo di svilirle con dolo, di rintuzzarle in senso univoco, striminzirle: la sola cosa di Mario sulla quale scommettere a occhi chiusi è che l’incrocio dei venti è sempre stato l’incrocio suo, e chi ha avuto da capire, a questo punto avrà giù capito. Chissà quanto c’entri in tutto questo la rarefazione, il clima misurato dei suoi testi cielo-terra, abisso-redenzione, che cantino di guerra o di pace, l’altrove o l’adesso, l’angelo o il diavolo. La scrittura di Castelnuovo è in continua oscillazione dialettica, è un coagulo di suggestioni, scarti, scatti, ripartenze, evocazioni ossimoriche, ombre e luce, folk, jazz, stornello toscano e chansonne de geste, tenuti assieme dal filo rosso dell’ironia. Niente male per uno che si era fatto fama di bel tenebroso. Inoltre c’è lo sguardo sul mondo. Lo  sguardo acceso-complice, trasognato quel tanto che basta per sfangarla un altro giro di giostra, lo sguardo dell’acchiappa-bicchieri che non smette di cercare un senso, fosse anche soltanto in una corsa di nuvole svagate, dentro a una chiesa, in un passaggio di rondini del pomeriggio.

Fuoco cammina con me (Adesso). E adesso Musica per un incendio, a deflagrare in un silenzio durato otto anni e chissà quanta vita di mezzo. Un album sfavillante, in continuità col passato e presente di Mario Castelnuovo, perché la musica - come anche gli incendi – non necessita di cambi di forma e sostanza, e nemmeno di troppe parole: musica e incendi suonano, divampano, si raccontano benissimo da soli. Le avvisaglie del fulgore (qualitativo, del cd) sono già in Mandami a dire, nella “petrarchesca”A Certaldo fa freddo, ne Gli amanti. L’incendio vero e proprio nei passaggi-capolavoro Annie Lamour (un attacco sontuoso per una vetero-Bocca di rosa: carnalità e dolce stilnovo al prezzo di uno), Geneviève (amor fou declinato dark “quando mi piglia il nerofumo”), Fessure di cielo (della serie metafisica in pillole e sensualità che ti spezia la vita, a contraltare), Santa Maria delle caramelle  (trait-d'union tra alto e basso, incanto e disincanto).

Tornando al generale, 12 brani in tutto, per un album che suona di sortilegio, poesia, innocenza e malizia insieme, dotato di passo e taglio evocativi, né più né meno che gli album da ascoltare e riascoltare di continuo e mandare a memoria. Altre due note ancora: la prima per le parole di (saggia) ontologia spicciola con cui si chiude Trasteverina (con Mario canta Bianca Giovannini) - “Figlia mia, se esci, infilati un sorriso/ chiedi solo questo a tutti i giorni/ ed avrai dieci anni almeno dieci volte/ senza averne mai cento veramente”. La seconda per Lilli Greco (produttore del disco), troppo presto volato via in chissà quale aldilà dei talent scout con testa e cuore.

 

Track List

  • ANNIE LAMOUR
  • MANDAMI A DIRE
  • A CERTALDO FA FREDDO
  • GLI AMANTI
  • GLI INNAMORATI COI CAPELLI BIANCHI
  • TORNA A CASA LASSIE
  • GENEVIEVE
  • CANTO DELLA POVERA GENTE
  • FESSURE DI CIELO
  • GLI ANGELI
  • SANTA MARIA DELLE CARAMELLE
  • TRASTEVERINA

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