![GUARDALALUNANINA - STANOTTE HO FATTO UN SOGNO. Mario Castelnuovo in concerto <small></small>](/foto/musica/recensioni/big/5714-mario-castelnuovo-guardalalunanina--stanotte-ho-fatto-un-sogno-mario-castelnuovo-in-concerto--20201114160719.jpg)
Mario Castelnuovo GUARDALALUNANINA - STANOTTE HO FATTO UN SOGNO. Mario Castelnuovo in concerto
2020 - Azzurra Music
Castelnuovo si muove il giusto, parla il giusto, scherza il giusto, di contro canta e suona tanto, e di fumi e raggi laser, nemmeno a parlarne. Al suo concerto ante-lockdown presso la Dogana Veneta di Lazise (2 febbraio 2020) lo accompagnano due fidati incantatori: Giovanna Famulari – una, trina e superlativa tra violoncello, pianoforte e voce -, e Stefano Zaccagnini, al governo di una chitarra duttile, che colora e/o ombreggia di volta in volta. A proposito del live In trio di Guardalalunanina, ho scritto e mi ripeto, che a Castelnuovo riesce una cosa che non a tutti riesce, se non altro dal vivo: riesce di essere suggestionante pur se poggiando su una strumentazione minima, ridotta all’osso. In altre parole: una manciata di strumenti (compresa la sua chitarra) basta all’abbisogna: suono nitido, timbrica profonda, fiammeggi, rarefazioni, medialità e transmedialità sparpagliati tra climi e versi di canzoni. E questo concerto comprende anche due recitati (da Castelnuovo): il racconto breve Irina e il cavaliere, e una lapidaria poesia dialettale di Trilussa (sorridere e meditare, prego).
La scaletta del DVD conta in tutto diciotto tracce, introdotte dall’inedita Stanotte ho fatto un sogno (delicato cameo per i genitori). Seguono Mandami a dire, Lettera dall’Italia, una rinvigorita e sempre verde Sette fili di canapa, e ancora e ancora, fino alle liriche Il Mago, Ma vie je t’aime, e alla scorrevole Annie Lamour, tra passato prossimo e passato remoto, tracce note e alcune meno (A Certaldo fa freddo, Santa Maria delle caramelle), i contro-finali conclusi con l’immancabile Nina. Si girovaga a un passo dalla poesia, diradazioni e passaggi più sostenuti: finire dentro una canzone di Mario Castelnuovo è la cosa più facile del mondo, e una volta è per sempre. Flash foward n. 2: a me è successo una domenica. Doveva essere l'autunno dell'ottantuno, se ricordo bene, e mi è successo davanti a un televisore che reiterava a vuoto il rito nazionalpopolare di Domenica in. Non guardo troppa televisione, probabilmente aspettavo qualche inserto sportivo; la cosa sicura è che a un certo punto ascolto Oceania per la prima volta, e mi rimane impressa, non ne vengo fuori.
Rispetto alla didascalia dei soliti testi pop, Oceania veleggiava in tutt’altra direzione. Qualche mese dopo, a Sanremo, Sette fili di canapa, mi/ci avrebbe indicato bene verso quale direzione: Mario Castelnuovo è un poeta che sconosce la stereotipia, questo suo primo DVD "in concerto" lo rivela a chiare lettere. Al video si accompagna un disco con due brani altrettanto topici: Guardalalunanina era già nel cofanetto precedente, un passaggio intimo concentrato sulla nascita della figlia. Stanotte ho fatto un sogno è invece del tutto inedito, ed è spiegato così dal cantautore: “Certi ricordi, con gli anni, non si sfrangiano nemmeno sui bordi come fanno certe vecchie foto. Ho voluto immaginare mio padre e mia madre nell'occasione più semplice e quotidiana, in cucina, con quel pudore e quella delicatezza che penso li abbiano sempre caratterizzati. Gli odori che avvertiamo sono quelli struggenti e sorridenti di un tempo "protetto" dalla loro presenza”. Il fatto che Castelnuovo pensi-parli-canti come scrive mi sembra indicativo del suo essere, in primo luogo, immaginifico affrescatore di parole.