Management Del Dolore Post-operatorio McMAO
2014 - MArteLabel/ColorSound Indie
Questo è quello che si cela dietro l’immagine di questo nuovo disco: un’opera presa in prestito da Giuseppe Veneziano (un artista siciliano) scelto per l’occasione dai Management del dolore post-operatorio perché come loro riesce a far convivere il bello e il brutto, il bene e il male, o come in questo caso a rendere “buono” ciò che in realtà non lo è.
Era il 2012 quando si parlava di AUFF!! sono già passati due anni dal rumoroso esordio, ed eccoci qua a parlare ancora di loro, per molti il loro debutto era solo un fuoco di paglia per altri tutt’altro che una moda passeggera. La versione romanzata dell’incontro tra i quattro ragazzi di Lanciano li vede vittime di un incidente, tutti sopravvissuti ma tutti con problemi più o meno evidenti; per sapere come sono andati realmente i fatti dovremmo scomodare Vespa e i suoi plastici, ma tranquilli, non lo faremo.
Se Zola (émile intendo) parlava della gioia di vivere, i MaDe DoPo della gioia di vivere male, scavano nella bruta realtà alla ricerca del bello, della poesia e dell’arte, viste come unica panacea dei mali del mondo, e non hanno tutti i torti. Nel 2013 è uscito il singolo La pasticca blu (contenuto in questo album) brano che contrappone la famosissima pillola dell’amore all’arte, alla musica ai sentimenti, antidoti contro la moscezza dell’uomo moderno.
McMAO si apre potentemente con La scuola cimiteriale, l’impronta è chiara e il piglio irriverente come ci avevano abituati in AUFF!! rime a suon di post punk: per sempre è una promessa interessante/se non fosse per l’intoppo di durare un poco troppo/la tua nascita amico è stato un bluff/perché non basta un boia per tagliare la testa della noia. Sconvolgente storia di ordinaria quotidianità è Hanno ucciso un drogato: con la solita schiettezza che li contraddistingue i MaDe DoPo fanno una lastra a raggi X al mondo, un’indagine dentro al concetto di bello e di conformismo.
Fiumi di narcisismo in Oggi chi sono: anche questa volta si parla di conformismo, di apparenze e di etichette, potremmo definire questa la versione hard di Comprami noto successo trash di Viola Valentino. Della moda degli ultimi tempi si parla ne Il cantico delle fotografie con la paura di “immortale un momento sbagliato di eternità”. James Douglas Morrison è il brano più elettronico dell’album è una pseudo ode semiseria al J.M. poeta, quello che firmava le frasi sui nostri vecchi diari scolastici.
I MaDe DoPo parlano assai, non smussano i loro pensieri per renderli appetibili a tutto e per questo mi piace immaginarli con pochi amici (ma quei pochi che hanno sono buoni) come Lorenzo Kruger dei Nobraino ospite in Coccodè.
La settima arte deve fare i conti con la crisi: dopo un breve excursus nel mondo delle ovvietà cinematografiche, ne Il cinematografo la band di Lanciano analizza la nuova direzione del mondo del cinema, sempre più spinto verso l’HD per far fronte ad una totale mancanza di contenuti, tutto ciò. Si arriva alla triste conclusione che l’arte non serve a nessuno, ma è indispensabile per tutti.
I Management del dolore post-operatorio si incontrano e si scontrano col pubblico, sono irriverenti ed instancabili, non sono moralisti ma fanno la morale, giudicano e sono lì ad aspettare i giudizi della gente, è come quando negli anni ’70 gli artisti scendono dal loro piedistallo ed iniziano a guardare negli occhi il popolo, percependone i bisogni ed urlandone i diritti. McMAO non è una tela bianca, ha dei contenuti, e mentre tutti sentono il bisogno di parlare, i MaDe DoPo hanno qualcosa da dire.