Management Del Dolore Post-operatorio I Love You
2015 - La Tempesta Dischi
#Management Del Dolore Post-operatorio#Italiana#Alternative #Punk #Indie-rock
Dopo l’autoprodotto Mestruazioni (2009), i due album ufficiali Auff! (2011) e McMao (2013), il MaDeDoPo ritorna con I Love You, disco con il quale entra a far parte di una delle più produttive etichette della scena indipendente italiana, La Tempesta Dischi.
Prodotto e registrato nientemeno che da Giulio Ragno Favero, I love you è l’ennesimo passo in avanti di una band che si era dimostrata promettente sin dagli inizi, riconfermandosi durante il proprio percorso sia in studio che nelle performance live. Il livello tecnico e artistico si sono decisamente alzati, senza però minimamente intaccare quello che è il carattere fondante del MaDeDoPo: una concezione della musica che va ben oltre la semplice esecuzione, i virtuosismi, il suonare e cantare bene nella forma e nel contenuto. Basti pensare che in tutto I Love You non si ritrova un assolo di chitarra, non una parola in più che vada fuori dalla narrazione. Niente ornamenti superflui.
In ogni traccia si va dritto al punto, con ritmi serrati e sonorità perennemente movimentate che sorreggono un cantato mai banale. Unica eccezione il brano di apertura, Se ti sfigurassero con l’acido: chitarra acustica, cantato disteso e testo di una malinconia disarmante. Insomma, una singolarità nel repertorio della band che però lascia subito spazio alla follia di Scimmie. Poi giù tutto d’un fiato fino a metà album, quando Le storie che finiscono male ci riportano a una melodia più distesa, come una lenta salita alla quale inevitabilmente segue una nuova adrenalinica discesa.
Questa stessa rapidità sonora si riscontra nell’emergenza comunicativa che traspare dal punto di vista lirico. Luca Romagnoli, autore di tutti i testi tranne Scrivere un curriculum, tratta da una poesia di Wislawa Szymborska, e Il mio giovane e libero amore, ispirata ad uno scritto anarchico del 1921, mette insieme parole che cantano un’estrema passione per la vita, un amore per il vivere in qualunque modo, anche quando non c’è niente di cui gioire. Si canta un amore crudo, decisamente reale e contemporaneo, libero dalle costrizioni sociali. Si canta anche l’odio ma sempre con amore. Onnipresente l’anticlericalismo, con Dio che è solo un serial killer e la morte è il suo giocattolo preferito, come in Primo maggio, pezzo con il quale la band si toglie qualche sassolino dalla scarpa riguardo alla discussa partecipazione al concerto di Roma del 2013.
Con I Love You il Management del Dolore Post Operatorio continua dritto sulla propria strada, lontano da un mercato inesistente, lontano dai cliché radical chic del ben pensare, lontano dai pezzi preconfezionati per un rapido e semplificato consumo. Il MaDeDoPo vuole solo divertirsi, come si canta in Lasciateci divertire, un inno al cinismo e al diritto alla contraddizione che chiude un album dissacrante, estremamente immerso nel nostro vivere quotidiano contemporaneo, a tratti divertente, profondo e canzonatorio allo stesso tempo.
I moralisti si tappino le orecchie, tutti gli altri le aprano e si godano queste undici tracce da maneggiare con non-cura.