Idles Ultra Mono
2020 - Partisan Records
#Idles #Rock Internazionale#Punk #Idles #Joe Talbot #Warren Ellis #Jehnny Beth #Colin Webster #Jamie Cullum
Gli Idles affrontano come in passato temi socio-politici, lotta di classe, denuncia e contestazione andando ancora più a fondo, scavando nei sentimenti, organizzando un viaggio tormentato attraverso malesseri, urla caotiche e manifesti ideologici. Ultra Mono è così radicale nelle argomentazioni, estremo nei suoni da riscrivere la storia del Punk-Rock degli ultimi vent'anni mediante 12 brani penetranti, crudeli allo stesso modo pacifici, concilianti, sonorità e vocazioni in totale contrasto con le più sdoganate e acclamate scelte mainstream del periodo. Brutalism, Joy as an Act of Resistance e ora Ultra Mono, tre capitoli estremi, differenti nell'approccio, comuni per intenzioni, probabilmente distanti nelle aspettative sempre più esigenti ora che gli Idles godono di un seguito, una solida credibilità. Energico, furioso, il ritorno di Joel Talbot e soci si pone in soccorso dei fragili, libera dai sensi di colpa marciando in contro al nemico senza paura come in War, brano che apre l'album illustrando le intenzioni, i propositi chiaramente bellicosi del quintetto, si tratta di un vero e proprio assalto. In successione le vorticose sferzate Punk di Grounds, Mr. Motivator, pezzi veloci, risoluti, efficaci canzoni che spingono sempre più in là l'asticella qualitativa, melodica Idles.
Proseguendo pervengono accelerazioni violente seguite da rallentamenti improvvisi, Anxiety, Kill Them With Kindness, Model Village, un moto perpetuo, fisico che in Ne Touch Pas Moi concede spazio al duetto con la cantante francese dei Savages, Jehnny Beth. La battaglia sonora contro odio e discriminazione, contro potenti e affini prosegue senza tregua nella virtuale seconda parte del disco dove i nostri tra chitarre devastanti e richiami introspettivi, ruvidi si slanciano in veementi brani, un continuo crescendo emotivo, una nevrosi controllata, Carcinogenic, Reigns. The Lover che ritempra, rivisita il concetto romantico e viscerale dell'amore; Fuck you, I'm a Lover. La celebrazione arriva poi alle conclusive A Hymn, pezzo Post-Punk in tutto e per tutto e Danke, closing schizofrenico, disturbato di quest'opera terza. Se non basta rifarsi a questi indizi per definire Ultra Mono capolavoro, gemma grezza, brillante dal concept iracondo ma giusto della musica moderna, se ancora restano dubbi risalendo la tracklist del lavoro registrato a Parigi si possono pescare diverse sperimentazioni compositive del tutto inedite, un ampliamento del sound Idles attraverso importanti collaborazioni quali David Yow (voce di band culto come The Jesus Lizard e Scratch Acid) il cantautore Jazz inglese Jamie Cullum, Colin Webster, Warren Ellis (Bad Seeds).
Game, set and match !!
Gli Idles sono essenzialmente necessari, selvaggi e scorretti ma umani e compassionevoli, sanno far ballare, riflettere, lottare "Senza perdere la tenerezza" (Cit.)