live report
Idles Milano / Alcatraz
Concerto del 05/03/2023
Gli Idles tornano a Milano per presentare il nuovo eclettico album, Tangk, multiforme nei suoni come nelle parole. La location prescelta è l‘Alcatraz di via Valtellina e lo scenario emotivo è incendiato dal contesto di precarietà a livello globale, conflitti e genocidi che stanno insanguinando questi tempi duri non posso lasciar indifferenti Joe Talbot e i suoi compagni. "Viva Palestina!", più volte ripetuto e scandito all’interno della struttura milanese: queste parole sono la compassionevole dimostrazione di empatia dei ragazzi di Bristol.
Ma passiamo alla musica assoluta protagonista della serata, una di quelle da immortalare, uno di quei live che ti restano appiccicati per diverso tempo. Il frastuono, le psichedeliche ambientazioni ricreate da Mark Bowen, rigorosamente vestito da donna, con l’utilizzo di campionature e synth si uniscono al tornado di chitarre contorte e la devastante sezione ritmica formata da Adam Devonshire al basso e Jon Beavis alla batteria. Il suono Idles è granitico, potente senza cedimenti per tutta la durata del concerto, che si apre con la nuova IDEA 1, un bellissimo lento che conduce alla classica opener da Joy As An Act Of Resistance, Colossus. Dopo l’apertura indemoniata del pogo, si prosegue con Mr.Motivator dal best seller Ultra Mono. L’Alcatraz è oramai un vulcano, ogni nota vede eruttare gambe di ragazzi in stage diving sotto il palco, ai quali si unisce ben presto Lee Kiernan accompagnato dalla sua chitarra.
Il quadro è completo, Joe Talbot con indosso una fascetta da ginnasta balla nervosamente sul palco e taglia l’aria al solito con la sua voce cavernosa, rabbiosa, ma che in realtà sprigiona amore e lo ripete in maniera martellante, “No god, no king. I said love is the thing. No crown, no ring. I said love is the thing” (Grace).
Gli Idles per tutte le due ore circa di concerto sono un muro di suoni fuori dai generi, da etichette, che scuote le mura, ma soprattutto le coscienze; la scaletta tocca i punti fondamentali della loro produzione e si chiude con una versione dilatata di pura improvvisazione durante l’esecuzione di Never Fight a Man With a Perm, prima del trittico che consegna la platea alla bolgia totale, al caos sonoro che fa saltare l’Alcatraz come fosse imbottito di dinamite, il singolone da Tangk, Dancer, Danny Nedelko e la oramai classica chiusura Idles, Rottweiler durante la quale Talbot si unisce alle percussioni, le chitarre si aggrovigliano e la distorsione creata produce l’effetto di un bombardamento al tappeto, fine. Ancora una volta è stato incredibile, la miglior live band del nostro tempo per il concerto dell’anno. Alla prossima e sempre lunga vita agli Idles!
SETLIST
IDEA 01
Colossus
Gift Horse
Mr. Motivator
Mother
Car Crash
I'm Scum
1049 Gotho
The Wheel
Gratitude
Divide and Conquer
POP POP POP
Television
Roy
Samaritans
Grace
Hall & Oates
Crawl!
A Hymn
War (tour debut)
Never Fight a Man With a Perm
Dancer
Danny Nedelko
Rottweiler