Green Day ¡TRÉ!
2012 - Warner Bros
Dopo un po’ di ascolti ed in ossequio all’antica venerazione adolescenziale (inutile nasconderla) qualcosa riesce a far capolino rispetto al resto e a farsi canticchiare volentieri.
Un esempio è Missing You, semplice e lineare, rotonda nelle sue linee melodiche e quindi efficace come dichiarazione d’amore (ma la poesia di Redundant in Nimrod era tutta un’altra storia, anche la sedicenne che è in me deve ammetterlo), pogabile il giusto e probabilmente live darà le sue soddisfazioni e una buona dose di lividi.
Sex, Drugs & Violence ricorda l’immediatezza di Kerplunk (1992) ed è arricchita da coretti decisamente pop ed una batteria spietata nella sua precisione.
Walk away nasce come ballad ma dal primo refrain il ritmo torna a farla da padrone smorzando la dolcezza iniziale e riportando tutto all’atmosfera salterina e caciarona del disco.
Dirty Rotten Bastards attacca con un coro scanzonato e birbante, assume un incalzare da Minority ( Warning, 2000) per poi farsi sincopata e non concedere respiro fino alle note finali.
In estate i Green Day torneranno in tour anche in Italia. Sarà una buona occasione per vedere se sul palco l’anima punk non si sia definitivamente omologata al ruolo di rock- band da stadio sold –out e se nonostante qualche sbavatura in questa ambiziosa trilogia il potenziale di fuoco sia rimasto intatto. E magari in futuro scrivere di un loro album senza preoccuparsi se sia punk, mainstream o qualsiasi altra cosa ma semplicemente innamorati, senza distinguo tra le tracce, di ogni singola nota, di ogni singolo giro di basso, di ogni staffilata di batteria.