Green Day ¡Dos!
2012 - Warner Bros
¡Dos! è il secondo capitolo della trilogia con cui il trio californiano abbandona le lunghe suite di Jesus of Suburbia (American Idiot) .
See you tonight è un divertissement di semplici accordi di chitarra che apre la strada a Fuck time. Il brano inizia con una batteria degna dei momenti migliori. Certo, è un punk quasi di intrattenimento, divertente e divertito, sono superate le inquietudini adolescenziali di Coming Clean o She ( Dookie, 1994). Stop When the Red Lights Flash recupera chitarre corpose e riff martellanti. Pur avendo apprezzato la svolta engagé di American idiot per certi versi è un piacere recuperare una freschezza come quella degli accordi giocosi di Lazy bones, che ha dalla sua anche delle sfumature sixties che la rendono estremamente ballabile.
Certo, indietro non si torna, ma bisogna essere anche consci che Billie Joe e soci non sono più i ragazzini di 1,039/Smoothed Out Slappy Hours (1991), Kerplunk (1992)e Dookie (1994). I capelli blu non ci sono più ( e non li hanno più nemmeno molti loro fan degli inizi), sono arrivati mogli, bambini, ci sono stati momenti di ascesa e caduta ( anche recenti, si pensi all’annullamento di alcune date del 2012). In una simile altalena la gioia di fare dischi non sempre c’è stata, su stessa ammissione della band, ed è stato normale voler esplorare sfere nuove come quelle del concept punk. Tuttavia la dimensione delle canzoni brevi è più vicina all’intimità delle loro esibizioni delle palestre delle scuole ai tempi degli esordi e si addice di più alla band rispetto all’essere rock star da stadi pieni. E quindi anche se i temi sono diversi e la rabbia stemperata, un pezzo come Makeout party è decisamente in linea con lo spirito originario.
Stray heart gioca tutta sulla sezione ritmica e la voce di Billie Joe ironica e sorniona. Ashley e Baby Eyes rispolverano nella loro esplosività la lezioni dei Ramones. Lady Cobra ha la ruvidità di Nimrod (1997), la batteria incalza e non lascia tregua tra backing vocals e chitarre.
Nightlife è l’unica nota stonata in questa allegra carrellata punk-rock. L’inizio robotico ed il duetto hip-hop rap ricorda per certi versi l’infelici connubio Coldplay-Rihanna in Princess of China (2012).
Per fortuna con Wow! That's Loud si torna a tirate al fulmicotone chef anno davvero tornare voglia di buttarsi nella mischia a pogare.
Il finale è affidato ad Amy, semplice ed essenziale omaggio ad Amy Winehouse. Pochi accordi, poche parole ben scelte. In fondo il punk, che si spinga sul pedale o che si respiri un attimo con una ballata, è questo.