Green Day ¡Uno!
2012 - Warner Bros
¡Dos! (in uscita il prossimo 13 novembre) e ¡Tre! (che uscirà il 15 gennaio 2013). Eccoli qua dopo che rispettivamente nel 2005 e nel 2009 ci avevano sfornato American Idiot e 21st Century Breakdown, due album che ruotavano più che altro attorno ad impegno e denuncia civile e sociale. In questo nuovo album invece, sono ritornati forse un po’ alle origini, quindi al 1994, quando Dookie rappresentò il piccolo grande capolavoro di quell’anno, piccola grande Bibbia di noi adolescenti di allora! Ora c’è ufficialmente un nuovo membro nel gruppo, si tratta del chitarrista Jason White, che poi tanto nuovo non è visto che già nel 1999 aveva suonato col trio Armstrong, Dirnt e Trè Cool.
Non solo per noi, ma anche per Billie Joe, allora, è questo una sorta di ritorno all’adolescenza: «è come se ti preparassi ad andare a una festa» ha affermato lui stesso, ma è anche un ritorno a scenate da punk rocker purosangue, come quella dello sfascio della chitarra all’IHeart Radio Music Festival all'MGM di Las Vegas, per la riduzione di un minuto dell’esecuzione dei gruppo. La rete è infatti piena di video in cui Billie Joe impreca contro gli organizzatori e sfasciando la chitarra dice di non essere «un fottuto Justin Bieber!». Rabbia quindi, rabbia punk e pezzi sgorgati dal cuore, autentici, come la rabbia lo è, e più che sinceri, onesti. Onesti musicalmente e melodicamente.
Melodia e pop rock con il pezzo di lancio Oh Love, accattivante l’attacco nel testo e nella musica: «Oh love/ Oh love/ Won't you rain on me tonight /Oh life /Oh life/ Please don't pass me by». Testi che parlano d’amore, di sesso e di ragazze, come lo stesso Billie Joe ha affermato: «Mi sono ritrovato di nuovo a scriver di ragazze, proprio come una volta!». E le chitarre vanno sempre più veloci, come in Let Yourself Go: «Shut your mouth/cause i don’t give a fuck anyway/and Let yourself go» e in Stay The Night dall’incontestabile orecchiabilità e vera fiala di energia. Loss Of Control è autentico esempio di punk puro che ci possiamo azzardare a ricordare addirittura i Pistols! Degno questo lavoro. Davvero degno del punk (più che del rock) più maledetto e sfrenato, con però argomenti come appunto, sesso, amore e ragazze. Ma attenzione, l’interesse dei Green Day verso argomenti sociali e politici, non si è affatto arrestato, proprio perché tutti i loro album sono poi, in fondo, legati l’uno all’altro, come vedremo in particolare nel prosieguo dell’attuale trilogia.
¡Uno! allora picchia, picchia fortissimo, sporco talmente da poter anche sembrare quasi un live. ¡Uno! è magistralmente sporco–pensiamo a pezzi quali Kill The Dj, Rusty James, Angel Blue- e a tal punto maledetto da far dire con fottuto orgoglio al bassista Mike Dirnt:« ¡Uno! è il nostro Exile on Main Street, ecco!»…Che penseranno Mick, Keith e company.?...Il dibattito è aperto!
E sono tornati. Sono tornati gli Americani! Sono tornati anche (e piacevolmente!) maledetti i Green Day e, come tutti i veri rocker che si rispettino- della serie, buon sangue non mente!- non senza qualche piccola bega. È infatti notizia proprio fresca fresca che il frontman Billie JoeArmstrong sia in questi giorni in cura presso un centro di riabilitazione e disintossicazione dall’abuso di sostanze stupefacenti e proprio per questo i Green Day hanno dovuto annullare le date del tour di ¡Uno! , il loro nuovo album, il primo di un progetto non poco ambizioso. Il primo album di una trilogia di 36 pezzi, 12 dei quali sono appunto usciti lo scorso 25 settembre in ¡Uno!, mentre gli altri verranno distribuiti rispettivamente su due album differenti, Non solo per noi, ma anche per Billie Joe, allora, è questo una sorta di ritorno all’adolescenza: «è come se ti preparassi ad andare a una festa» ha affermato lui stesso, ma è anche un ritorno a scenate da punk rocker purosangue, come quella dello sfascio della chitarra all’IHeart Radio Music Festival all'MGM di Las Vegas, per la riduzione di un minuto dell’esecuzione dei gruppo. La rete è infatti piena di video in cui Billie Joe impreca contro gli organizzatori e sfasciando la chitarra dice di non essere «un fottuto Justin Bieber!». Rabbia quindi, rabbia punk e pezzi sgorgati dal cuore, autentici, come la rabbia lo è, e più che sinceri, onesti. Onesti musicalmente e melodicamente.
Melodia e pop rock con il pezzo di lancio Oh Love, accattivante l’attacco nel testo e nella musica: «Oh love/ Oh love/ Won't you rain on me tonight /Oh life /Oh life/ Please don't pass me by». Testi che parlano d’amore, di sesso e di ragazze, come lo stesso Billie Joe ha affermato: «Mi sono ritrovato di nuovo a scriver di ragazze, proprio come una volta!». E le chitarre vanno sempre più veloci, come in Let Yourself Go: «Shut your mouth/cause i don’t give a fuck anyway/and Let yourself go» e in Stay The Night dall’incontestabile orecchiabilità e vera fiala di energia. Loss Of Control è autentico esempio di punk puro che ci possiamo azzardare a ricordare addirittura i Pistols! Degno questo lavoro. Davvero degno del punk (più che del rock) più maledetto e sfrenato, con però argomenti come appunto, sesso, amore e ragazze. Ma attenzione, l’interesse dei Green Day verso argomenti sociali e politici, non si è affatto arrestato, proprio perché tutti i loro album sono poi, in fondo, legati l’uno all’altro, come vedremo in particolare nel prosieguo dell’attuale trilogia.
¡Uno! allora picchia, picchia fortissimo, sporco talmente da poter anche sembrare quasi un live. ¡Uno! è magistralmente sporco–pensiamo a pezzi quali Kill The Dj, Rusty James, Angel Blue- e a tal punto maledetto da far dire con fottuto orgoglio al bassista Mike Dirnt:« ¡Uno! è il nostro Exile on Main Street, ecco!»…Che penseranno Mick, Keith e company.?...Il dibattito è aperto!