Nel vuoto<small></small>
Rock Internazionale • New Wave

Garbo Nel vuoto

2023 - Incipit

02/07/2023 di Laura Bianchi

#Garbo#Rock Internazionale#New Wave

Chi scrive c'era, quando, 42 anni fa (!!), Renato Abate alias Garbo esordiva con A Berlino… Va Bene, un disco che ha segnato per tanti adolescenti una sorta di risveglio e di apertura a una scena new wave internazionale, fatta di sonorità elettroniche, di estetica decadente, di esistenzialismo postmoderno, sorretta da una voce inconfondibile, profonda, l'unica che cantasse in italiano quello che Depeche Mode, Brian Eno, David Bowie cantavano in un'altra lingua. 

E c'è stata, quando, pochi giorni fa, in un incontro dietro le quinte di un loro concerto, i Baustelle gli hanno chiesto un selfie, proclamando "Per noi sei un mito!". Il fatto che, fra Garbo e la generazione immediatamente successiva a lui, esista un nesso esplicito e riconosciuto è la dimostrazione chiara di quello che potremmo chiamare un magistero sperimentale, che ha insegnato a spaziare oltre le frontiere del mainstream, del conosciuto e del sicuro, per spingersi a cercare il cuore pulsante dell'ispirazione.

E la dimostrazione ulteriore è Nel vuoto, il sedicesimo lavoro dell'artista milanese, che conferma la propria vena creativa, semmai ce ne fosse ancora bisogno, ma soprattutto la propria coerenza nel percorso della ricerca. Sarebbe stato facile e comodo convertirsi alla moda della rivisitazione dei successi in chiave sinfonica, jazz, piano e voce, o altro; invece Garbo compone, procede nella sperimentazione, riflette sui nostri tempi (già peraltro profeticamente ritratti quarant'anni fa - si pensi a Cose veloci, arrivato ultimo a Sanremo nel 1985, ma che suona ancora attuale), e ci propone otto tracce divise in pop e ambient side. 

Scelta quanto mai azzeccata, perché Garbo si presenta con entrambe le facce del suo percorso musicale: una che vorrebbe essere pop, ma che proprio non riesce a non essere anche densa, profonda, un invito a scendere con lui, guidati dalla sua voce, all'interno del nostro tempo e del nostro animo; e una che crea atmosfere oniriche, sospese, con un'interazione affascinante fra (poche) parole e (splendida) musica. Merito anche dei collaboratori storici, di cui Garbo si fida ciecamente (e fa bene): Eugene, il tastierista che lo accompagna anche in tour, Luca Urbani (Soerba, Bluvertigo, Zerouno) e Roberto Colombo, già PFM, protagonista del periodo elettronico dei Matia Bazar, ma anche di tre dischi importanti di Garbo: Quanti anni hai? (con la voce di Antonella Ruggiero nella title track), Radioclima e Cose veloci.

La riflessione del sessantenne Garbo non si discosta molto da quella proposta nel primo disco, anzi, si direbbe che voglia ribadirne l'approccio profetico: si ascolti, ad esempio, Come pietre, che presenta versi come "Guarda quanta gente pesa poco o niente, dentro le città c'è tanta polvere che occupa la vita, che riempie i tuoi pensieri fatti di miraggi...e le parole erano pietre, oggi vapore". Ma possiamo anche dire che, con l'ambient side, voglia anche fornirci una via per trovare un equilibrio, ancorché precario, in mezzo a queste Cose veloci: nella conclusiva, elettronica, ipnotica Contatto, dal testo che alterna inglese e italiano ci sentiamo come David di 2001: Odissea nello spazio, alla ricerca di una dimensione umana, in un mondo spersonalizzante.

In questo disco, ascoltato rigorosamente con impianto hi-fi e con cuffie, per gustarne appieno le sonorità, Garbo ci dona la rarissima sensazione di stare bene, qui e ora, accompagnati da una musica e da parole che restano impresse in noi.

Track List

  • Come pietre
  • Nel vuoto
  • Mai piu`
  • Il mondo esplode
  • Sembra
  • Coscienza
  • To Mars
  • Contatto

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