Francesco Guccini Anfiteatro live
2005 - EMI
Partiamo dalla musica, rimandando a più tardi le considerazioni. I due cd non lesinano i grandi classici, immancabili in ogni data di Guccini, come “Autogrill” (un po’ sottotono), “Canzone per un’Amica”, “Farewell”, “Scirocco” (una bella sorpresa) e giù fino alla fine con gli evergreen “Il Vecchio e il Bambino”, “Cirano” (si impapina, ma è il bello della diretta), “Auschwitz” (grandissima resa sonora ed emozionale) per poi chiudere con le immancabili “Dio è Morto” e “La Locomotiva”. Questi pezzi, questi classici non solo del repertorio gucciniano ma anche della storia della canzone italiana, sono suonati ormai a memoria, come se cantarli fosse naturale come mangiare e dormire: l’effetto, mentre passano i decenni, è sempre lo stesso, anche se tecnicamente le stesse canzoni su “Live Collection” suonavano più forti ed intense. Di fianco alle pietre miliari ci stanno poi le canzoni di “Ritratti, senza dubbio la questione più interessante per i fans di vecchia data: la linea seguita da Guccini è quella di rispettare al massimo le versioni presenti su disco, impegnandosi a rendere al meglio anche dal vivo canzoni come “Certo non Sai”, “Cristoforo Colombo”, “La Ziatta”, “Odysseus”, “Una Canzone” (grande “meta-canzone”, come disse il 2 aprile 2004 al Filaforum di Milano), “Canzone per il Che” e “Piazza Alimonda”, unico caso in cui la versione live perde molto rispetto al disco (è suonata più lenta e a risentirne è la verve che la contraddistingue nella sua veste originaria); menzione a parte merita la bella “Shomer Ma Mi-Llailah?”, interpretata live per tutto il tour e sempre capace di rapire il pubblico con il suo ritmo trascinante.
Un altro disco live, insomma, con i suoi pro e i suoi contro. Appena vidi sul “Corriere della Sera” la pubblicità di “Anfiteatro Live”, la prima cosa che ho pensato è stata: “Perché??”. Ora, a freddo, posso dire di aver avuto ragione. Gli scopi dell’operazione sono senza dubbio molteplici, i due principali la testimonianza dei pezzi di “Ritratti” in una dimensione concertistica (ma in questo caso, vista la fedeltà alla versioni su disco, non vale la pena investire altri 22 € dopo aver comprato l’album in studio nel 2004) e la testimonianza dell’ultimo tour di Francesco Guccini (e in questo caso ho da ridire sulla scelta della data: ho sentito Guccini live due volte e in entrambe le occasioni i concerti mi sono sembrati molto più sentiti e di maggior qualità rispetto alla data di Cagliari ora immortalata su cd, chissà perché, al posto di altre senza dubbio di maggior spessore), ma non bastano a spiegare la pubblicazione di questo doppio live che, detto sinceramente, lascia ben poco e aggiunge ancora meno alla carriera del nostro. Altra pecca, di non poco conto, è la scelta di tagliare ogni intervento parlato di Francesco tra una canzone e l’altra (fatta eccezione per la fine di “Auschwitz”): a parte il fatto che, come ogni fan di Guccini sa bene, le parole di Francesco sono una parte imprescindibile dello show, interessante sarebbe stato salvare almeno qualche introduzione alle nuove canzoni per sentire come sono nate, dove, quando e perché.
L’operazione “Anfiteatro Live”, dopo le necessarie riflessioni, sa dunque di operazione tendenzialmente commerciale, inutile per gli appassionati e conoscitori, ancora più inutile per i neofiti a caccia di the best of che meglio farebbero a buttarsi su “Guccini Live Collection” o sull’insuperabile “Fra la Via Emilia e il West”.