Francesco Guccini Canzoni da osteria
2023 - Universal Music Italy
È doveroso partire da Bella ciao, coro della Resistenza, che si ricorda come l’atto fondativo della nostra Nazione. In apertura vi è un commovente assolo di fisarmonica, che riprende le inconfondibili note del canto. La storia che ormai tutti hanno imparato a conoscere, del partigiano che, svegliandosi una mattina, trova il paese invaso dall’esercito nazi-fascista, ma, al posto di arrendersi, decide di munirsi di un fucile e lottare per la propria libertà, morendo per essa, nel corso degli anni è diventata un inno di qualunque popolo che nel mondo lotta contro un oppressore; infatti gli ultimi versi sono in lingua iraniana, per omaggiare le donne perseguitate dal regime degli ayatollah. L’arrangiamento parte in modo flebile, ma, man mano che avanza, prende vigore e forza, assumendo i contorni di un urlo.
Come anticipato, vi sono brani in spagnolo e in lingua inglese, come Jacinto Chiclana, un tango ritmato in cui si narrano la gesta "guapo de la mala" della vecchia Buenos Aires, Yo quiero un caballo negro, che, su un incalzante arpeggio di chitarra, descrive la storia di un uomo che desidera fortemente un cavallo nero per viaggiare attraverso la sua terra, scoprendo nuovi luoghi e vivendo nuove avventure. Invece Cotton Fields arriva direttamente dalla tradizione americana: si tratta un canto tradizionale del folk americano, che racconta la dura vita dei lavoratori nei campi di cotone nel profondo Sud degli Stati Uniti. Introdotto dalle corde country rock del banjo, il ritmo incalzante, guidato dal battito di mani, sfocia in una colorita ballata.
Ritornando nel Bel Paese, si arriva a La maduneina dal Bourgh ‘d San Pir, un nostalgico e sentimentale canto dialettale bolognese, dedicato alla Beata Vergine del Soccorso, protettrice dalla peste degli abitanti del Borgo San Piero; intensa e struggente, per l’utilizzo della fisarmonica e delle percussioni.
A chiusura dell’album vi è 21 aprile, sontuoso brano scritto dall’amico Alexandros Devetzoglou, per raccontare e far vivere nella memoria il violento colpo di stato dei colonnelli greci del 21 aprile 1967.
Le tematiche trattate fanno parte dell’immaginario collettivo italiano, spagnolo e statunitense. Un giro del mondo che ci fa fare comodamente dal suo mulino e che ha come veicolo le musiche di Fabio Ilacqua, sempre in equilibrio tra tradizione e innovazione.