Fast Animals And Slow Kids Alaska
2014 - Woodworm Label/Audioglobe/The Orchard
Detto questo ai Fask tutto questo riesce a metà. In alcune canzoni l’approccio compositivo convince e questo dà vita a dei brani molto riusciti come Overture, Te lo Prometto, Con chi pensi di parlare e Coperta. L’altra metà come già detto non convince a pieno. Questo perché in alcuni casi la band indugia troppo su una stessa idea e alcune canzoni si somigliamo decisamente troppo, in altri si ha l’idea di qualcosa forse di troppo approssimativo, e questo emerge nelle canzoni come Il mare davanti e Calci in faccia.
I Fask con Alaska volevano creare un album dal suono freddo, poco accogliente, desolato e desolante e tutto questo è riuscito loro alla perfezione: il disco risulta molto solido sotto questo punto di vista. Nonostante tutti i brani siano stati concepiti durante il loro infinito tour, l’idea di base emerge con forza, anche se punti deboli non mancano. Il problema è la monovelocità a cui viaggia il disco, che, se da un lato da l’idea di un’opera compatta, dall’altro annoia un po’ e dà la sensazione che l’album non vada mai avanti. I testi non entusiasmano, ondeggiano tra banalità e malinconia, anche se dove quest’ultima prevale, la canzone si armonizza meglio, risulta più completa, e l’esempio più lampante è Overture. I Fask del resto sono animali da palco e poco contano tutti questi discorsi quando suonano live, però forse c’è bisogno che si ambientino meglio anche in sala di registrazione, un sorta di cattività forzata, per poter dare ancora di più nei loro album.