Erica Mou Bandiera sulla luna
2017 - Godzillamarket/distr. A1
Per certi aspetti il disco prende infatti le distanze dalla morbidezza del lavoro precedente. Non immaginatevi una svolta metal per la cantautrice pugliese. I testi però trasudano una contraddittoria fuga dal desiderio di protezione, una maggiore irrequietezza ed una voglia enorme di fare le valigie, non solo personale quanto intrinsecamente femminile.
Lo racconta la splendida, ed appena pizzicata dalla chitarra, Ragazze posate “Ma amica mia, non credo che saremo mai più intere di così/o più leggere di così/Amica mia, non credo che saremo mai/più donne di così/più solide”.
Lo dimostra l’iniziale Svuoto i cassetti venata di soul e Al freddo, sospesa tra rap e r’n’b che fa quasi pensare alle TLC, dal sapore liberatorio. A questa dolce vendetta fa quasi da contrappunto la malinconia della rivisitazione di Azzurro, intarsiata di archi e pianoforte.
La title - track Bandiera sulla luna dalle atmosfere rarefatte e dalle parole struggenti segna quasi un canto del cigno per provare ad accogliere il nuovo, anche se “adesso no, aspettiamo ancora un po’/Il fatto è che ho la testa piena di capricci anche se sono lisci i miei capelli/ E se venissi pure tu, io non saprei dove metterti”. Tant’è che Canzoni Scordate torna sulla strada dei ricordi, con un testo che sembra una deliziosa mini- sceneggiatura.
Souvenir porta in Normandia attraverso lo sguardo su piccoli oggetti quotidiani.
Il finale è affidato a L’unica cosa che non so dire, una confessione sincera al punto di essere disarmante, con gli echi sussurrati dal Wanted Chorus che danno i brividi.
Fino ad oggi Bandiera sulla Luna può essere definito il disco più maturo di Erica Mou, perché è un crogiuolo inebriante di emozioni contrastanti, impasti vocali e nuove sonorità gestite con dolce maestria. E guardando sempre oltre con un sorriso.