La caverna di Platone<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Enrico Ruggeri La caverna di Platone

2025 - Anyway Music/ Sony Music

13/02/2025 di Laura Bianchi

#Enrico Ruggeri#Italiana#Canzone d`autore

"Quando qualcuno fosse costretto d’improvviso a levarsi e volgere in giro il collo e camminare e guardare la luce e nel fare tutte queste cose soffrisse, e per lo sfolgorio fosse incapace di contemplare direttamente quegli oggetti, dei quali prima vedeva solo le ombre; che cosa credi tu che egli risponderebbe a chi gli dicesse che prima non vedeva se non cose vane, mentre ora, essendo più vicino alla realtà e avendo lo sguardo rivolto a ciò che più partecipa dell’essere, vede meglio; e, additandogli ciascuno degli oggetti che gli passano davanti, gli domandasse cos’è, e lo costringesse a rispondere? Non credi tu che egli rimarrebbe perplesso?, e riterrebbe che le cose allora vedute fossero più vere di quelle che gli si mostrano ora?
"Ben più vere", rispose.”


Una citazione dal settimo libro de La Repubblica di Platone è quanto mai adatta a introdurre La caverna di Platone, l'ultimo lavoro di Enrico Ruggeri, che, a quasi sessantotto anni, e al suo quarantesimo album, sa di non dover dimostrare più niente, ma continua a scavare dentro di sé, per dar forma alle proprie idee e farle diventare canzoni, vestite di suoni contemporanei, per esprimere concetti profondi, antichi, eppure sempre attuali. Anche se sono passati oltre cinquant'anni dalle esperienze con gli Josafat, gli Champagne Molotov, e poi coi Decibel (c'ero davanti alla TV, nel 1980, a entusiasmarmi con la loro Contessa), il percorso tracciato dal Ruggeri autore di canzoni è sempre coerente, pur nella varietà della proposta: offrire riflessioni profonde, a volte con arrangiamenti pop, orecchiabili, ma per niente facili. Ricordiamo Il lavaggio del cervello, canzone dei Decibel del 1978:"Televisione, radio, giornali e riviste / vi siete coalizzati per distruggere le menti, / per farci diventare delle vostre conquiste, ! che vogliono benessere ma vivon negli stenti./ Che bello è il lavaggio del cervello..."; la penna del cantautore milanese è sempre acuminata, a tratti acre "tra coraggio e paura", come canta ne Il cielo di Milano, una canzone perfetta per descrivere l'atmosfera non solo della metropoli, ma proprio di questi tempi confusi e caotici, a testimoniare la vitalità di un'ispirazione che non si è mai spenta, con posizioni che possono anche essere discusse, ma che non retrocedono mai dalla schiettezza. Si ascolti, ad esempio, il valzer musette, con ritornello metal, di Das Ist Mir Wurst, clima novecentesco, tra Parigi e Vienna, in cui Ruggeri vuole non solo esporre una decisa critica all'Europa "dei centri di potere, della manipolazione del pensiero", ma anche proporre di cercare "nell’architettura, tra i quadri e gli eroi, tra Cekov e Kant, tra Bach e Monet, tesoro d’Europa che altrove non è".

Disco poliedrico musicalmente, e contenutisticamente compatto, La caverna di Platone ci guida proprio fuori dalla caverna, ha l'ambizione di farci aprire gli occhi, o, per chi li ha già dolorosamente aperti, ("il libero pensiero ha un prezzo da pagare", canta il coro ne Il poeta), di farci sentire meno soli, "anime in bianco e nero" che colgono insieme "la bellezza in un gesto" (Gli eroi del cinema muto, splendida ballata dall'arrangiamento classico che impreziosisce il peso dei versi), di invitarci a non scoraggiarci e a ripudiare il disincanto e la disillusione, per affidarci senza riserve alla ricerca della bellezza. A questo pensano gli affetti di cui ha saputo circondarsi: la voce della compagna Andrea Mirò si sente in Zona di guerra, una splendida antiwar song senza retorica, dolente preghiera laicissima dai suoni struggenti, che invoca l'unica nostra arma, la compassione, l'empatia; il figlio Pico Rama, nome d'arte di Pier Enrico Ruggeri, arpeggia delicatamente e canta col padre, nell'intima Benvenuto chi passa da qui, chiedendo "attenzione, calore, per ogni piccola imperfezione, per il mio cuore, per l'umanità, perché io possa far dono di me"; e l'amico di una vita, Davide Brambilla, suona tromba e flicorno in più di una traccia (struggente in Le notti di pioggia). Questo fa sentire protetto il musicista, che trova anche il coraggio di tracciare, in Cattiva compagnia, un autoritratto schietto e impietoso, autenticamente rock.

Si diceva dei suoni poliedrici: quindi, onore al merito delle chitarre elettriche di Sergio Aschieris, Johnny Gimple, Fortu Sacka, Paolo Zanetti in molte canzoni (Il problema su tutte); del basso potente di Fortu Sacka in Cattiva Compagnia; del piano di Francesco Luppi nell'incisiva La bambina di Gorla, in cui Ruggeri prende la voce di una bambina che racconta la strage di 184 bambini nel 1944, nella scuola elementare Francesco Crispi di Milano, operata da un bombardamento aereo degli alleati; della batteria e delle percussioni di Phil Mer e Alex Polifrone, versatili ovunque, nell'assecondare un progetto tanto ricco, quasi tutti vicini anche a lui nella trasmissione - culto di Rai2 Gli occhi del musicista, di cui il cantautore è coautore con Labianca e Galeotti, e che è riuscita nel miracolo di portare in TV i nomi più validi della musica di qualità.

"Il bambino che sei stato, cosa penserà di te?" chiede Ruggeri nella già citata Il cielo di Milano. Sono certa che il bambino che è stato lui penserà che questa versione di sé gli è stata fedele.

Lo aspettiamo in tour, in cui le canzoni nuove brilleranno di luce propria, insieme a tutti gli altri successi. Per ora tre date: il 29 marzo al Lanciano Forum di Castelraimondo per una data zero; poi l’1 aprile si esibirà ai Magazzini Generali di Milano e il 3 aprile al Largo Venue di Roma

Track List

  • Gli eroi del cinema muto
  • Il Poeta
  • Il cielo di Milano
  • Zona di guerra
  • La caverna di Platone
  • Il problema
  • Das Ist Mir Wurst
  • La bambina di Gorla
  • Come prima piu` di prima
  • Cattiva compagnia
  • Le notti di pioggia
  • Benvenuto chi passa da qui - con Pico Rama
  • Arrivederci addio

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