Frankenstein 2.0<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Enrico Ruggeri Frankenstein 2.0

2014 - Sony/Anyway

12/05/2014 di Mario Bonanno

#Enrico Ruggeri#Italiana#Canzone d`autore

Conoscete la storiella di Flaubert che a un certo punto si lascia scappare di madame Bovary come coniugazione letteraria di se stesso? Madame Bovary c’est moi, pare abbia dichiarato parola per parola. Temo che a Enrico Ruggeri capiterà la stessa cosa con il Mostro, se non la pianta qui (e non la pianterà, visto che Frankenstei 2.0 è persino in tournèe). L'aderenza all’ontologia freak palesata negli ultimi due dischi è - di fatto - impressionante. Da brividi lungo la schiena. Un'adesione catartica alla condizione interiore della creatura, una ri-lettura pedissequa del suo "dentro", devota al topos frankensteinano fin quasi a rischiare il burnout.  L’ho presa un po'troppo alla leggera: credo che il fatto vero risulti più sostanziale, e abbia a che vedere con lo stato di necessità. In parole povere: poiché i tempi sono quelli che sono - le libertà sempre più obbligatorie, i razzismi sempre meno striscianti - Ruggeri ha pensato bene di non mandarle a dire (ammesso che lo abbia mai fatto). Meglio ancora: di mandarle a dire a suon di metafora, di cominciare a gridare nel deserto per paradigmi, a beneficio delle poche orecchie in grado ancora di intendere (e di volere, anche).

La disperata solitudine del mostro (la sua emarginazione), in fondo è anche la nostra, legata - anzi tutto - al senso ultimo della vita che ci sfugge e ci sfuggirà sempre. E questo alla faccia dei conformismi, degli opportunismi, dei rampantismi, dei benpensantismi, dei surrogati di finta-felicità a ogni costo, prerogativa dei surfisti sociali, di chi cavalca l’onda, per dirla con espressione figurata ruggeriana (L’onda). Insomma: Ruggeri (ri)canta Frankenstein per cantare ancora una volta di noi, aggrappati a fango e stelle, danzanti sull’orlo dell’abisso, disperatamente attestati “tra gioie immense e giorni di dolore/ amori senza fine/ e letti di spine” (Per costruire un uomo). Del primo Frankenstein scrivevo più o meno che era un disco tematicamente stratificato, pensoso, in-indulgente, il mostro di Mary Shelley in accezione parabolica, chiave di accesso ad argomenti di peso specifico non indifferente, se mi spiego: la bioetica (La folle ambizione, Aspettando i superuomini), l’utopia dell’eterna giovinezza, la diffidenza (se non addirittura il terrore) per il diverso, l’ostilità reciproca (L’odio porta odio) e - di contro - l’urgenza di credere, di scommettere sull’amore (Le affinità elettive,  Il tuo destino è il mio) o su Dio (L’infinito avrà i tuoi occhi). [la recensione per esteso la trovate su http://www.mescalina.it/musica/recensioni/enrico-ruggeri-frankenstein].

Non mi rimangio nulla. Di questo Frankenstein 2. 0 (come dire: quella del Mostro è un archetipo eterno, uno stato dell'essere ancora attuale, una storia che non finisce, aggiornabile in progress) - coraggiosamente editato a breve distanza dal Frankenstein originale - posso dire che sfoltisce il peso di cotanta sostanza escatologica attraverso un restyling di stampo elettronico e due tracce dalla lingua lunga, sacrosanta e benedetta (L’onda,  In un paese normale). Due tracce destinate per ciò a prevedibile e farisaico stupore/clamore. Per spiegare ulteriormente con le parole di Ruggeri stesso: “Frankenstein 2.0, non è la semplice riedizone del disco precedente ma un nuovo disco, completamente riarrangiato e risuonato portando in risalto il suono a presa diretta, live". Credeteci, perché è così. E perché le canzoni nuove di zecca valgono da sole l’acquisto del cd (oltre alle già citate L’onda e In un paese normale, ci sono anche La voce della nave e Insegnami l’amore). In quanto opportune, in quanto omogenee al resto del discorso, in quanto suggestionanti. In quanto si rifanno da molto vicino al clima new vave/rock dei suoi inizi, gli inizi ruggeriani pre e post Decibel (per chi invecchia - sia pure a passo lento - come il sottoscritto la nostalgia è sempre canaglia, che volete farci).

In sede di bilancio complessivo: album interamente ri-arrangiato/ri-suonato, scaletta sostanziosa (16 tracce in totale), esiti ottimi. E Ruggeri che si conferma - una volta di più - cantautore magistralmente anomalo, spiazzante, trasversale ai generi, insofferente alle mode, alla regola e alle regole discografiche. Vivaddio.
 



Track List

  • DIVERSO DAGLI ALTRI
  • LA NAVE
  • IL CAPITANO
  • LE AFFINITÀ ELETTIVE
  • LA FOLLE AMBIZIONE
  • PER COSTRUIRE UN UOMO
  • FRANKENSTEIN
  • ASPETTANDO I SUPERUOMINI
  • IL CUORE DEL MOSTRO
  • UCCIDERÒ (SE NON AVRÒ IL MIO AMORE)
  • L`ODIO PORTA ODIO
  • IL TUO DESTINO È IL MIO
  • L`INFINITO AVRÀ I TUOI OCCHI
  • L`ONDA
  • INSEGNAMI L`AMORE (CON PICO RAMA)
  • IN UN PAESE NORMALE

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