Frankenstein<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Enrico Ruggeri Frankenstein

2013 - Anyway

29/05/2013 di Mario Bonanno

#Enrico Ruggeri#Italiana#Canzone d`autore

Conoscete la storia di Frankenstein, no?  Non serve tirarla per le lunghe, vi giro subito un paio di istruzioni per l’uso di questo concept-album ruggeriano, che più concept di così soltanto quelli in circolazione negli anni Settanta (evviva!). Primo consiglio: se appartenete alle categorie sempiterne dei reazionari e/o dei tardo-lombrosiani (“è un mostro, glielo si legge in faccia”), tenetevi alla larga da questo disco, potrebbe destabilizzarvi, poichè Enrico Ruggeri dentro vi rivela in progress tutte le facce del mostro, e non fa sconti. Resta inteso che per facce potete benissimo intendere anime: il risultato non cambia, anzi è più vero. Secondo consiglio: prima di cimentarvi con l’ascolto ripassatevi qualche saggio che inquadri il freak come metafora, vi servirà per comprendere appieno il senso ultimo di un album a più livelli, imparentato stretto con  l’ontologia, prima ancora che con l’attualità.

Tredici tracce come tredici speculazioni sparse su vita (il significato), morte, amore, solitudine (condensate in pillole, giocoforza lo spazio di una canzone, mica facile), roba che Soren Kierkegaard ci andrebbe a nozze, se ancora ci fosse e ascoltasse i cd. Il Frankenstein di Ruggeri è dunque un disco pensoso, elucubrante, inindulgente, vintage, coraggioso, anche perchè editato all’epoca dei singolucci asfittici e striminziti, non dimentichiamolo. La parabola esemplare del mostro di Mary Shelley ri-visitata nei topoi per far passare in musica - come se niente fosse - argomenti-portanti da che uomo è uomo: la bioetica (La folle ambizione, Aspettando i superuomini), l’utopia dell’eterna giovinezza, la diffidenza (se non il terrore) per il diverso, l’ostilità reciproca (L’odio porta odio).  A togliere le castagne dal fuoco, in uno scenario più che mai da homo omini lupus, come sempre viene l’amore, che in Frankenstein è amore verso una donna (Le affinità elettive, Il tuo destino è il mio) e verso Dio, o comunque verso il trascendente (L’infinito avrà i tuoi occhi).

Sotto l’aspetto musicale trattasi di una suite consustanziale ai generi, un’opera rock che conferma Ruggeri cantautore atipico, creativo, sgombro da pregiudizi ideologici e per questo capace di misurarsi tanto col popolare (leggi qualche incursione pop, in trio, a Sanremo; leggi la conduzione televisiva di “Mistero”), quanto con l’alto degli chansonnier francesi, col punk, coi libri, col rock, con identica voglia di stupirsi e di stupire, col gusto pieno dell’affabulazione che spesso, nel suo caso, fa rima con emozione.

In un microcosmo post-cantautorale sempre più  affollato di “scemi che si muovono” (cito un Battiato d’antàn), nonchè di orecchie  - e cervelli - sempre meno disposti a intendere, hai visto mai che il vero mostro in circolazione si scopre essere lui, Ruggeri in persona? Due annotazioni conclusive: la prima riguarda L’uomo al centro del cerchio, il romanzo allegato al cd, che trascende la parabola frankensteiniana  in ottica surreal/contemporanea.  La seconda riferisce delle partecipazioni affatto straordinarie (nel senso che il team dei collaboratori ruggeriani è ultra-rodato) che concorrono alla resa del progetto: l’immancabile Luigi Schiavone (chitarre e co-produttore del disco), che firma anche Il tuo destino è il mio; Elio (delle Storie Tese), flauto in La nave e L’infinito avrà i tuoi occhi; Andrea Mirò violino in Ucciderò (se non avrò il tuo amore), e voce ne Il capitano; Davide Brambilla, tromba in Il tuo destino è il mio. Mi pare di aver detto abbastanza, per quelli che vorranno, musica e parole sono adesso di Rouge.

 

Track List

  • DIVERSO DAGLI ALTRI
  • LA NAVE
  • IL CAPITANO
  • LE AFFINITÀ ELETTIVE
  • LA FOLLE AMBIZIONE
  • PER COSTRUIRE UN UOMO
  • FRANKENSTEIN
  • ASPETTANDO I SUPERUOMINI
  • IL CUORE DEL MOSTRO
  • UCCIDERÒ (SE NON AVRÒ IL MIO AMORE)
  • L’ODIO PORTA ODIO
  • IL TUO DESTINO E’ IL MIO
  • L’INFINITO AVRÀ I TUOI OCCHI

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