Dimartino Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile
2012 - Picicca
I testi risultano pirotecnici e nel saltare senza apparente soluzione di continuità da un argomento all'altro rimandano a un contesto attuale, giovanile, che guarda costantemente alla sfera sentimentale, esistenziale e sociale, non senza quello strano pizzico di disillusione che caratterizza i neo-trentenni d'Italia; come si evince ad esempio da Non ho più voglia di imparare, rocambolesca protesta che in punta d'ironia racconta una sanissima quanto giustificata avversione verso la scuola: "Non mi interessa la lezione o forse sono io che non interesso alla lezione…", da applausi.
A brevi tratti in Cartoline da Amsterdam (dove in veste di ospite compare Giovanni Gulino dei Marta sui Tubi) sembra di ascoltare il Faust'O schizzoide, tendente all’efebico e un po’ robotico a cavallo fra i ’70 e gli '80; mentre Lucio Dalla sembra il manipolatore-ispiratore segreto del disco, specialmente in brani come La penultima cena, Poster di Famiglia e Venga il tuo regno che tra luoghi comuni e un'andatura irresistibilmente ruffiana, quindi perfetta, rappresenta uno dei cardini del disco.
Indecifrabile e romantica, similmente a Una giornata uggiosa dell'altro Lucio nazionale, l'andatura spezzata e spazzolata di Maledetto autunno; al contrario risulta fastidiosa e stucchevole Io non parlo mai laddove Piccoli peccati mette in luce una perfetta sincronia musicale ma al contempo un testo poco a fuoco. Perfetta la chiusura di Ormai siamo troppo giovani.
Il pop-rock italiano s’arricchisce di un altro bellissimo capitolo.