Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile<small></small>
Italiana • Canzone d`autore • Pop, indie-pop

Dimartino Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile

2012 - Picicca

16/11/2012 di Jori Cherubini

#Dimartino#Italiana#Canzone d`autore #Pop #Indie-pop

Hanno immediatamente catturato l'attenzione di mezza Italia sommersa i nuovi brani del palermitano Antonio Dimartino. In molti a parlare del disco. Chi descrivendolo come prossima grande promessa, chi come artista già fatto e finito. La realtà, lo sappiamo, sta nel mezzo. Gioca a favore dell'autore siciliano una bravura non comune nell'azzeccare melodie intriganti, in grado di piazzarsi subito in testa, di stupire e piacere. Succede ad esempio con il titolo chilometrico del dischetto: Sarebbe bello non lasciarsi mai ma abbandonarsi ogni tanto è utile - preso in prestito da una strofa di Non siamo gli alberi - si rischia di canticchiarla in ufficio mentre si sbrigano pratiche monotone o alla fermata del tram intanto che aspettiamo il 60 notturno.

I testi risultano pirotecnici e nel saltare senza apparente soluzione di continuità da un argomento all'altro rimandano a un contesto attuale, giovanile, che guarda costantemente alla sfera sentimentale, esistenziale e sociale, non senza quello strano pizzico di disillusione che caratterizza i neo-trentenni d'Italia; come si evince ad esempio da Non ho più voglia di imparare, rocambolesca protesta che in punta d'ironia racconta una sanissima quanto giustificata avversione verso la scuola: "Non mi interessa la lezione o forse sono io che non interesso alla lezione…", da applausi.

 A brevi tratti in Cartoline da Amsterdam (dove in veste di ospite compare Giovanni Gulino dei Marta sui Tubi) sembra di ascoltare il Faust'O schizzoide, tendente all’efebico e un po’ robotico a cavallo fra i ’70 e gli '80; mentre Lucio Dalla sembra il manipolatore-ispiratore segreto del disco, specialmente in brani come La penultima cena, Poster di Famiglia e Venga il tuo regno che tra luoghi comuni e un'andatura irresistibilmente ruffiana, quindi perfetta, rappresenta uno dei cardini del disco.

 Indecifrabile e romantica, similmente a Una giornata uggiosa dell'altro Lucio nazionale, l'andatura spezzata e spazzolata di Maledetto autunno; al contrario risulta fastidiosa e stucchevole Io non parlo mai laddove Piccoli peccati mette in luce una perfetta sincronia musicale ma al contempo un testo poco a fuoco. Perfetta la chiusura di Ormai siamo troppo giovani.

Il pop-rock italiano s’arricchisce di un altro bellissimo capitolo.

Track List

  • Non siamo gli alberi
  • Non ho più voglia di imparare
  • Venga il tuo regno
  • Amore sociale
  • Cartoline da Amsterdam
  • La penultima cena
  • Maledetto autunno
  • Io non parlo mai
  • Piccoli peccati
  • Poster di famiglia
  • Ormai siamo troppo giovani

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