Dimartino

live report

Dimartino Buzz - Siracusa

02/04/2011 di Annalisa Pruiti Ciarello

Concerto del 25/02/2011

#Dimartino#Italiana#Alternative Indie-pop Electro Experimental

“…mentre tutto mi sembrava niente, avevo ancora in testa Dimartino…” Non mi sono sbagliata, ho detto bene! reduce da un loro live, circa 2 ore di puro “spettacolo” che ci ha regalato emozioni, ci ha strappato sorrisi, e ci ha fatto riflettere. 
Da Palermo con furore, sbarca alla volta di Siracusa, il trio capitanato dal giovane Antonio Dimartino, con al suo seguito la poliedrica Simona Norato e l’eclettico Giusto Correnti.
Antonio, il  Pete Doherty de noantri, sale sul palco, quasi non si scompone, finché non imbraccia il suo basso, e qui scatena il suo talento, urla a gran voce … e poi si placa nuovamente. Alla sua destra, le tastiere di Simona, che abilmente suona e lo accompagna negli acuti. Abilissima alla fisarmonica, è colei che scandisce il tempo a suon di tamburo in Brucio il mio basso.
E nell’angolino, sorte di tutti i batteristi c’è lui, l’Elvis alla batteria, Giusto che si scatena, scatta qua e là, si dimena quasi intrappolato in quella zona semi-nascosta del palco, come a voler uscire. Affianca Antonio in Marzo 48, suonando la diamonica, e la mente vola lontano, ci riporta a tempi passati, a quell’ora di educazione musicale, e con loro torniamo bambini, protagonisti di quella realtà racchiusa tra i banchi di scuola. 
La scuola ritorna protagonista, Antonio con fare confuso presenta Cara maestra abbiamo perso, e ripete che è anche il titolo dell’album, dedica questa alla maestra defunta, così come defunti sono i sogni delle lotte degli anni ‘70.
Omaggiano De Andrè, cantando e suonando una versione riarrangiata di Giugno 73, cover di tutto rispetto. Regalano al pubblico soddisfatto un'altra cover, contenuta nel loro album, La ballata della moda: in questo caso Basile non c’è, ma se la cavano egregiamente. In questo caso si tratta ovviamente di una dedica a Luigi Tenco.
Allacciate le cinture, si va a Berlino: “…oltre il muro c’è la città…” risuona nelle orecchie degli spettatori, quasi ipnotizzati, come i leoni drogati dello zoo, e la riflessione sulle note di 999 è d’obbligo.
Si ritorna a scuola e si passa alla leggerezza de La lavagna è sporca.
Omaggio alla volubilitàè Cambio idea, Antonio ne sottolinea i contenuti, in questo elogio all’incoerenza. Tra i primi pezzi c’è Cercasi  anima persa in un disordine, tutto siciliano.
Non manca Parto: Vasco Brondi non c’è, ma non se ne sente la mancanza e il trio la porta a termine senza problemi.

Ad un certo punto scendono dal palco e i superstiti dal basso urlano il “bis”, che non avviene, ma instancabili suonano altri due pezzi, che loro definiscono “quello veloce e quello lento”, frase pronunciata con un lieve accento palermitano, che non dispiace.
I brani in questione sono Macellare è lecito e Io non parlo mai. Ci hanno fatto sognare, si sono fatti ascoltare, ci hanno sorpreso, hanno lasciato un segno.
I Dimartino hanno “costruito” sul palco la sua musica, uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie.
E il suo cantautorato gratifica i sensi.


Setlist:

Cartoline da Amsterdam
Cambio idea
Cara maestra
Ho sparato a Vinicio Capossela
Giugno73 (F. De Andrè)
Cercasi Anima
Marzo 48
La lavagna è sporca
999
Brucio il mio basso
La ballata della moda (L. Tenco)
Parto
Macellare è lecito
Io non parlo mai

Foto di Michela Forte