Dimartino Cara maestra abbiamo perso
2010 - Pippola music
L’album d’esordio, Cara maestra abbiamo perso, è uscito il 26 novembre 2010, per Pippola, vero e proprio omaggio a Tenco: Cara maestra è infatti il titolo di un brano contenuto nel primo 33 giri del cantautore piemontese, che già agli esordi dovette fare i conti con la censura. Dimartino ha fatto tesoro dell’insegnamento dei cantautori italiani, e stretti stretti in un unico disco,compressi in nove tracce, troviamo Dalla, De Gregori, Guccini, e il già citato Tenco, che rivive nella cover de La ballata della moda (interpretata dal conterraneo Cesare Basile, nonché produttore del progetto).
Antonio esordisce con un annuncio Cercasi anima, persa nella banalità della vita, in cui è possibile riscontrare una notevole somiglianza vocale con il predecessore Rino Gaetano. All’improvviso un omicidio, Ho sparato a Vinicio Capossela, forse per invidia o semplicemente per noia: “… stava meglio su una nuvola, che sul tuo giradischi ..." Dimostra d’avere conoscenze punk e grunge ed in Cara maestra prende le distanze dagli anni 70, dal fallimento delle lotte di quegl’anni: la vita non si impara tra i banchi di scuola, ma dalla realtà, quella realtà che lo spinge a partire con Vasco Brondi (Le Luci della Centrale Elettrica) nella ballata, dalle atmosfere oniriche, Parto, in cui troviamo sogni, speranze, illusione e l’ombra della delusione.
Il nord “dove le fabbriche producono nuovo lavoro” non esiste;nei cassetti d’un giovane meridionale non ci sono sogni, ma la liquidazione. Glianni ‘70 tornano nelle sonorità della psichedelica La lavagna è sporca, collaborazione questa con Alessandro Fiori (Mariposa) e Enrico Gabrielli (Mariposa e Calibro 35, di cui è possibile udirne le influenze).La presa di coscienza dell’età adulta porta il giovane Dimartino a far vacillare le proprie convinzioni in Cambio idea.
La musa ispiratrice del giovane cantautore palermitano è la sua terra, la Sicilia, terra di profumi e di colori, ricca di tradizioni, di “… bande in piazza …” e di “folle inferocite in un collocamento”. L´album quindi, è colmo di riferimenti a ciò che è stato e all’incertezza di ciò che sarà; cosa certa è che il suo cantautorato sembra poter essere qualitativamente non inferiore a quello dei mostri sacri della musica italiana a cui si ispira: Dimartino potrebbe diventare un giorno uno di loro.