
Cowboy Junkies Trinity revisited (cd + dvd)
2007 - Cooking Vinyl
Sono tutte domande a cui probabilmente risponderebbero affermativamente gli stessi Cowboy Junkies, che paiono perfettamente coscienti e a loro agio (vedere anche il documentario negli extra) nel tornare in quella Church of the Holy Trinity, che oltre al nome offrì il proprio ambiente per la registrazione appunto di “The Trinity Session” nel 1988.
Illuminate dalla luce riflessa delle vetrate a sfondo religioso, queste domande entrano a far parte di un rito di fede che ribadisce la coerenza della band canadese.
Una volta superato il sagrato della Trinity Square di Ontario, ci si trova subito attratti dal richiamo della voce di Margo Timmins che canta “Mining for gold”. Si entra così in un dvd perfetto nel raccogliere con le immagini e col suono una magia che credevamo impossibile da riprodurre (da allora i Cowboy Junkies non hanno più raggiunto tali vette).
Gli arrangiamenti tendono a riempire di più i brani rispetto all’originale: oltre a Margo, alla voce si alternano Nathalie Merchant, Ryan Adams e Vic Chesnutt, questi ultimi due anche alle chitarre. Ma anche quando la band rende il suono più saturo ed elettrico, lo fa senza perdere il raccoglimento di canzoni che vagano come angeli, sospesi tra folk, country e blues.
E, a proposito di angeli, basterebbero le prime riprese di “Misguided angel” con i musicisti disposti in cerchio per una celebrazione rispettosa che scende nel vissuto più popolare come succede in “To love is to bury” con la Merchant al piano.
Tra ombre elettrificate e ballate distillate, le uniche “sbavature” sono quelle delle voci di Ryan Adams e Vic Chesnutt che provocano qualche sbadiglio e soprattutto scompaiono di fronte alle due sacerdotesse folk, Margo Timmins e Nathalie Merchant – è proprio il caso di chiamarle così vista l’intensità delle loro interpretazioni.
Adams non perde l’occasione per indossare un paio di occhialini scuri, farsi un codino in testa e suonare la batteria in un pezzo (in modo elementare), il che fa tanto rockstar in una situazione in cui non era richiesto. Le sue parti di chitarra, in duo con Michael Timmins, centrano comunque il mood sobrio dei pezzi e, sarà anche per l’ambiente religioso, ma alla fine, dopo “Sweet Jane” e “Walking after midnight”, scende anche su di lui la misericordia della Santa Trinità (Country, Folk e Blues), di fronte a cui qualunque domanda suona pretenziosa.